Il contatto pelle a pelle tra madre e bambino condiziona il futuro tipo di attaccamento e lo sviluppo cerebrale

 

Poter avere un contatto pelle a pelle tra madre e bambino durante la prima ora di vita sembra influenzare l’attaccamento e lo sviluppo cerebrale del bambino. Numerose ricerche si sono occupate di indagare quali fossero i benefici di un contatto pelle a pelle tra madre e bambino immediatamente dopo il parto. I risultati scientifici confermano che lo skin to skin, oltre a porre le basi per un attaccamento di tipo sicuro, favorisce lo sviluppo cerebrale.


I primi 60-90 minuti dopo il parto, vengono detti “Ora Sacra” e sono un momento molto speciale per la madre e per il bambino. In quest’arco di tempo avviene il primo contatto che condiziona il processo d’attaccamento. Numerose ricerche sottolineano come il contatto pelle a pelle, subito dopo il parto, offra vantaggi immediati e a lungo termine. Lo skin to skin aumenta la produzione degli ormoni che influenzano l’attaccamento. Tra questi l’ossitocina chiamata anche ”l’ormone dell’amore”, è il principale. Si è notato come essa faciliti il rilassamento, l’attrazione, il riconoscimento facciale e i comportamenti accudenti della madre. I livelli di ossitocina aumentano nel contatto pelle a pelle e si incrementano quando la mano del neonato massaggia il seno della madre (Matthiesen et. al., 2001). Negli anni ‘70 e ’80 del secolo scorso, diverse ricerche si sono occupate di confrontare i comportamenti delle madri, che avevano potuto sperimentare lo skin to skin, con quelli di madri che non avevano avuto questa possibilità. Nel momento delle dimissioni dal reparto di ostetricia, le madri che avevano sperimentato un contatto pelle a pelle, manifestavano maggiore sicurezza nel maneggiare e nell’accudire i propri bambini. Le stesse madri, a distanza di tre mesi, baciavano di più i propri bambini e passavano più tempo a guardarli in viso. A un anno dimostravano maggiore propensione per abbracci e atteggiamenti vocali positivi, e inoltre allattavano i bambini più a lungo (DeChateau PWB, 1997). Molti studi ipotizzano che la capacità di regolare in modo efficace le emozioni sia legata alle esperienze di attaccamento primario. Esistono, inoltre, evidenze che il contatto pelle a pelle e l’attaccamento madre-bambino influenzano il normale sviluppo cerebrale.

Il contatto pelle a pelle favorisce uno sviluppo cerebrale

Secondo John Bowlby (1979), psicologo che a lungo si è occupato di attaccamento, trasportare i neonati e tenerli a diretto contatto con il corpo è essenziale per lo sviluppo infantile. Poter avere un contatto pelle a pelle durante la prima ora di vita determina il modello di comportamento madre-figlio ed influenza il normale sviluppo cerebrale.

Il contatto fisico, la comunicazione verbale e non verbale e il contatto visivo non sono solo interazioni piacevoli tra la madre e il bambino, ma favoriscono il normale sviluppo neurologico. Le ricerche sull’influenza che il precoce contatto madre-bambino e l’attaccamento hanno sullo sviluppo cerebrale sono state condotte in campo animale ed umano.

Harlow ha pubblicato nel 1958 i risultati del suo studio sui macachi Rhesus. I cuccioli, che crescevano senza le proprie madri, preferivano il contatto con una madre surrogata fatta di filo di ferro ricoperto di pelliccia, piuttosto che un surrogato dotato di un contenitore per il latte ma senza pelliccia. Il contatto era più importante del cibo, a testimonianza del ruolo fondamentale di questo nell’attaccamento.

Per Schore (1994) il cervello è progettato per prendere la propria configurazione finale per effetto delle prime esperienze, in particolare in conseguenza delle relazioni di attaccamento. Le sue ricerche sull’attaccamento e lo sviluppo cerebrale, evidenziano che i primissimi eventi di natura interpersonale possono avere un impatto positivo o negativo sull’organizzazione strutturale del cervello. Secondo gli studi di Schore (2001) e di altri neurofisiologi, che a lungo si sono occupati di attaccamento, l’amigdala si trova in un periodo di maturazione fondamentale nei primi 2 mesi di vita. Questa struttura cerebrale fa parte del sistema limbico ed è coinvolta nell’apprendimento emotivo, nella modulazione della memoria e nell’attivazione del sistema nervoso simpatico. Il contatto pelle a pelle è responsabile dell’attivazione dell’amigdala attraverso la via prefrontale- orbitale e contribuisce alla maturazione di questa struttura cerebrale.

Prescott (1975), riferendosi ad un lavoro di Harlow, Mason e Berkson, ha affermato che il contatto e il movimento sono i fattori più importanti per un normale sviluppo cerebrale. Permettono, infatti, la neurointegrazione di cervelletto, sistema limbico e corteccia prefrontale.

I vantaggi del contatto pelle a pelle e le tipologie di parto

Oltre ad influenzare lo sviluppo cerebrale, il precoce contatto pelle a pelle madre-bambino, favorisce la stabilizzazione di alcuni parametri fisiologici del neonato e influenza la durata dell’allattamento. Questi fattori migliorano la qualità della relazione tra mamma e neonato affinando l’attaccamento. Le ricerche dimostrano una stabilizzazione della respirazione e dell’ossigenazione. La frequenza respiratoria dei neonati che hanno sperimentato lo skin to skin è più bassa di quella dei neonati separati dalle madri, mentre i livelli di glucosio sono più alti. Anche il battito cardiaco è più lento rispetto a quello dei bambini che hanno subito una separazione ( Arcolet D. et al, 1989). Il contatto con la pelle materna permette di regolare la temperatura del neonato, riducendo il rischio di ipotermia ed evitando che il calore venga generato attraverso il consumo di grasso bruno, necessario per il mantenimento del peso ( Lundington-Hoe et al. 2006). La separazione dalla madre provoca la produzione, da parte del neonato, di ormoni dello stress con conseguente aumento del consumo di calorie ( Christensson K. Et al., 1995). Il primo attacco al seno, per i neonati che hanno avuto un contatto pelle a pelle immediato con la madre, è facilitato probabilmente per una maggiore stimolazione del tratto olfattivo. Secondo una metanalisi dei dati in letteratura, lo skin to skin, aumenta del 50% la probabilità di allattamento esclusivo al seno al momento della dimissione ospedaliera.

La risposta genitoriale ai bisogni del neonato, attraverso la relazione di prossimità, di contatto e di piacere, permette al neonato e poi al bambino, di ordinare il suo mondo interiore. L’osmosi emotiva definirà il legame che genererà un tipo di attaccamento più o meno sicuro. Lo skin to skin pone le basi per lo sviluppo di un attaccamento sicuro che permetterà al bambino di esplorare l’ambiente esterno ed il mondo serenamente, con la consapevolezza di poter tornare ad una base sicura ogni volta che ne senta il bisogno.

Ann-Marie Widstrom, ostetrica svedese, ha a lungo osservato i vantaggi del precoce contatto pelle a pelle tra madre e neonato. Nel 1990 Ha pubblicato le sue osservazioni facendo anche riferimento ai protocolli ospedalieri che riguardano il parto naturale e quello cesareo. L’attuazione dello skin to skin dopo un parto vaginale è facilmente realizzabile, mentre risulta più laboriosa in caso di taglio cesareo. Tenendo conto di tutti i vantaggi del contatto precoce pelle a pelle è nato il parto cesareo dolce che, grazie ad una procedura chirurgica meno invasiva, permette alla mamma, immediatamente dopo il parto, di vivere l’ora sacra attraverso un contatto a pelle con il neonato.

 

Bibliografia

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Pubblicato il 18 maggio 2020 su:

 

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