IDROCOLONTERAPIA: COSA C’E’ DA SAPERE

Ebook DISBIOSI INTESTINALE a cura di DS Medica.  https://www.medicinaxtutti.it/2020/05/03/2289/ post 91

L’idrocolonterapia (ICT) è una tecnica non invasiva che consiste nel lavaggio completo del colon utilizzando acqua comune o termale. Il lavaggio intestinale ha accompagnato l’uomo nella sua evoluzione: le prime tracce sono state rinvenute nei testi di medicina indiana e cinese di circa 6000 anni fa. Questa tecnica fu descritta nel papiro di Ebers, importante documento di medicina egizia risalente a circa il 1550 a.C. e fu citata da Ippocrate di Kos (460-377 a.C.) e da Galeno di Pergamo (129-216 d.C). Graaf, nel 1668, pubblicò a Leida il trattato De clysteribus. Fu verso la fine del 1800 che in Germania e successivamente negli Stati Uniti, per opera di due medici igienisti James W. Wiltsie e Joseph E.G. Waddington, si arrivò all’odierna idrocolonterapia.

Da sempre si è ritenuto che molte patologie con origine nell’intestino si manifestino in organi lontani. Secondo i principi della medicina ayurvedica, le cui tracce scritte si trovano nei Veda (risalenti a 2000-2500 anni fa), oltre il 70% delle malattie che affliggono l’uomo originano proprio dal colon.  La Medicina Ufficiale ha evidenziato una stretta relazione tra lo stato di salute dell’intestino e il benessere generale dell’organismo. L’ITC viene impiegata nelle medicine alternative, oltre che per il trattamento di varie patologie, anche come metodo depurativo in soggetti sani. Questo utilizzo non è riconosciuto dalla medicina convenzionale e non è avvalorato da dati scientifici.

Le malattie intestinali

Sono sempre più numerosi gli studi che testimoniano il ruolo fondamentale della flora batterica e delle sue alterazioni (disbiosi) nel determinismo dei processi patologici intestinali. L’insieme dei batteri, dei virus e degli altri microrganismi che colonizzano l’apparato gastroenterico è detto microbiota intestinale. Questo è responsabile della metabolizzazione di alcuni nutrienti che si assumono con l’alimentazione ma possiede altre fondamentali funzioni che garantiscono la salute dell’intero organismo:

  • regola la maturazione del sistema immunitario e la sua modulazione
  • produce vitamine (acido folico, vit.K, Vit. Del gruppo B)
  • regola la motilità intestinale
  • provvede al parziale recupero di energia dalle fibre alimentari

Il microbiota può essere inteso come un organo metabolicamente attivo del corpo umano. I batteri possono però produrre anche sostanze tossiche e dannose in grado di creare forti squilibri a livello neurovegetativo e immunitario. Per questo è importante che vi sia equilibrio all’interno della popolazione microbica. Se l’equilibrio nell’ecosistema microbico viene alterato (disbiosi) può accadere che batteri normalmente innocui possano invece diventare pericolosi o possano migrare verso altre aree corporee.

La disbiosi è associata ad una vasta gamma di disturbi:

  • diarrea
  • sindrome del colon irritabile o malattia infiammatoria dell’intestino
  • alcune patologie neoplastiche intestinali
  • alcune patologie epatiche
  • allergie
  • obesità
  • diabete tipo 2
  • celiachia

Il microbiota si modifica in relazione allo sviluppo, all’età e all’influenza dei fattori ambientali (quali scorrette abitudini alimentari, lo stress cronico e l’abuso di antibiotici). Recenti ricerche hanno dimostrato che l’influenza del microbiota si estende ben oltre il tratto gastrointestinale giocando un ruolo importante nello sviluppo e nel funzionamento del sistema nervoso centrale. Effettivamente, svolge funzioni sia di riconoscimento sia di sintesi di ormoni neuroendocrini e produce fattori neuro-attivi, capaci di comunicare non solo con il sistema nervoso enterico ma anche con il sistema nervoso centrale. È ormai accertato che tra le sostanze prodotte dai batteri intestinali figurano anche neurotrasmettitori come serotonina, dopamina, noradrenalina e acetilcolina, di cui i microrganismi possiedono i relativi recettori.

Attualmente il sistema enterico viene definito come secondo cervello  https://www.medicinaxtutti.it/2020/03/28/il-secondo-cervello-perche-se-ho-lansia-mi-viene-il-mal-di-pancia/ed è a tutti gli effetti un sito indipendente di integrazione ed elaborazione neuronale. L’intestino è dotato di una fitta rete di fibre nervose, vi è una comunicazione bidirezionale tra secondo cervello e sistema nervoso centrale e si ritiene che siano più numerosi i messaggi che partono dall’intestino di quelli di partenza dal sistema nervoso centrale. L’intestino può inviare segnali di nausea, di malessere, può accumulare stress, emozionarsi e può aiutare a fissare ricordi legati al cibo. La spiccata sinergia e il continuo scambio di informazioni tra i due cervelli è possibile grazie al vasto patrimonio neurochimico di cui dispone il sistema enterico. La serotonina (un neurotrasmettitore che svolge tra le varie funzioni un ruolo importante nella regolazione dell’umore), ad esempio, è prodotta anche dalle cellule enterocromaffini distribuite lungo la mucosa intestinale oltre che a livello cerebrale.

A livello enterico, questo neurotrasmettitore regola la peristalsi (movimenti intestinali), la secrezione, ma anche la vasodilatazione, la percezione del dolore e la nausea mediante attivazione di varie famiglie di recettori. Si è riscontrato che diverse malattie intestinali, in particolare la sindrome dell’intestino irritabile, sono spesso associate a disturbi d’ansia e depressione. È vero che ansia e depressione possono influenzare la salute intestinale ma è vero anche che la salute dell’addome può influenzare il benessere mentale. Data la crescente consapevolezza dell’importanza del microbiota intestinale nel favorire il buon equilibrio dell’organismo, la modulazione della flora batterica intestinale sta diventando un’ipotesi di strategia terapeutica sempre più accreditata per molte malattie infettive, infiammatorie e neoplastiche dell’intestino e di altri organi.

L’idrocolonterapia (ICT): in quali casi è consigliata?

Secondo la Medicina Ufficiale, l’ICT trova indicazione come adiuvante nella preparazione per la colonscopia e in alcune condizioni specifiche come la stipsi ostinata e le lesioni del midollo spinale. Non vi sono dati scientifici che consiglino l’uso di questa metodica in soggetti sani come metodo disintossicante. Anche se le indicazioni per questa tecnica sono molto ristrette; alcuni gastroenterologi ritengono che l’ITC sia utile in varie patologie che hanno alla base una disbiosi. L’idrocolonterapia è un atto medico e deve essere preceduta da una accurata visita effettuata da un medico specialista.

L’alterazione della flora batterica intestinale è un disturbo molto frequente causato spesso dalla presenza di germi intestinali patogeni e determinata da vari elementi: dieta sbilanciata, movimento insufficiente, uso smodato di farmaci (specie antibiotici e cortisonici, nonché l’abuso di lassativi), inquinamento ambientale e stress. La conseguenza principale dell’alterazione della flora microbica è il realizzarsi di fenomeni fermentativi e putrefattivi.

Sono molte le condizioni croniche legate alla disbiosi che possono essere alleviate dall’idrocolonterapia. Alcuni esempi sono:

  • stipsi
  • diarrea
  • coliti
  • colon spastico
  • colon irritabile
  • meteorismo
  • dispepsie
  • disfunzioni epatiche
  • malattie della pelle (dermatiti, acne, eczema, psoriasi)
  • emicranie e cefalee
  • sovrappeso e dismetabolismi
  • stanchezza cronica
  • allergie
  • candidosi vaginale

Questa metodica presenta però alcune controindicazioni: non può essere praticata in caso di infiammazioni in fase acuta del tratto intestinale, se sono stati effettuati interventi chirurgici recenti a livello del colon, del sigma e del retto, tumori del colon di qualsiasi natura, nell’eventualità di peritonite e di diverticolite acuta, se si hanno ragadi ed emorroidi in fase di sanguinamento o se si sospetta sanguinamento gastro-intestinale, se si soffre di grave insufficienza cardiaca e negli ultimi mesi di gravidanza.

Idrocolonterapia: modalità di esecuzione

La prima seduta di idrocolonterapia deve essere preceduta da una visita gastroenterologica. Lo specialista raccoglierà l’anamnesi (storia) del paziente e oltre a valutare le problematiche enteriche effettuerà una visita generale per escludere che possano esistere controindicazioni alla terapia. Come preparazione vengono generalmente prescritti probiotici a base di Enterococcus faecium e Saccharomyces boulardii da assumere dopo i pasti per l’intera settimana che precede l’inizio dell’ICT. Hanno lo scopo di ripulire l’intestino tenue favorendo il passaggio nel colon della flora disbiotica che verrà poi lavata via dall’idrocolonterapia. Inoltre, favoriscono l’eliminazione della candida. In occasione della visita preliminare il medico fornisce al paziente tutte le informazioni circa il trattamento (per questo tipo di tecnica è prevista la compilazione del consenso informato).

L’idrocolonterapia utilizza un apparecchio basato su un sistema idraulico. Impiega due condotti a circuito chiuso, uno per l’ingresso dell’acqua e uno per l’evacuazione. Il paziente viene collegato all’apparecchio tramite uno speculum rettale monouso al quale vengono collegati i due circuiti del sistema idraulico, lo speculum è anatomico e indolore. La persona si sdraia sul lettino sistemandosi di solito sul fianco sinistro, distendendo la gamba sinistra e flettendo la destra, in questo modo la muscolatura del bacino si rilassa e lo speculum viene introdotto nell’ano con una leggera rotazione, piccola manovra non dolorosa. Durante l’esecuzione della terapia si alternano due fasi:

            il riempimento, nel corso del quale viene immessa acqua nel colon

lo svuotamento dell’intestino dai detriti fecali

Si lavora a pressioni molto basse e la temperatura dell’acqua è costantemente controllata. L’acqua, dopo essere passata per due appositi filtri, raggiunge l’apparecchio colon-Hydro, al cui interno viene miscelata per raggiungere la temperatura desiderata. Generalmente, la temperatura è di circa 38 gradi centigradi, valore che durante il trattamento viene ridotto per 3- 4 volte fino a 22 gradi in modo da stimolare l’intestino. Il paziente è steso supino sul lettino e coperto con un telo. Questa posizione permette all’operatore di praticare un leggero massaggio addominale finalizzato all’induzione della peristalsi intestinale. In genere, una seduta dura tra i 45 e i 60 minuti e si può arrivare a effettuare 20-30 riempimenti e svuotamenti al fine di pulire la parete intestinale.

Conclusioni

L’idrocolonterapia è una tecnica molto diffusa in Nord Europa, in Italia viene praticata in ambito ospedaliero solo per la preparazione di alcuni pazienti a procedure endoscopiche e nessun altro utilizzo è considerato tra le prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale. Nel nostro paese questa terapia si sta diffondendo ed esistono vari centri dove viene effettuata; le spese relative al lavaggio completo del colon possono essere detratte come spese mediche. L’operatore ICT deve essere obbligatoriamente un medico o un paramedico.

Nel 2011, un team di ricercatori coordinato da Rainit Mishori ha preso in esame la letteratura scientifica esistente sull’idrocolonterapia e ha tirato le somme pubblicando la sintesi di tutti gli studi disponibili sul Journal of Family Practice. Il risultato è stato: “per un normale essere umano non ha senso affermare che l’idrocolonterapia o pratiche simili possano servire per disintossicare l’organismo”.

Attualmente, l’idrocolonterapia è una pratica diffusa non solo negli studi medici ma anche nei centri benessere. È una delle tecniche disintossicanti più in voga, grazie alle dichiarazioni di molte celebrità che hanno confessato di farne un uso regolare per la depurazione del proprio corpo. Occorre avere chiaro che l’ICT è una terapia, e non una moda, che deve essere effettuata da operatori qualificati e competenti poiché, come documentato in letteratura, esistono controindicazioni alla sua applicazione e inoltre i pazienti possono subire effetti collaterali in seguito all’uso di prodotti aggiunti all’acqua per la pulizia del colon.

Il concetto che il benessere dell’intestino giochi un ruolo fondamentale per il benessere dell’intero organismo è universalmente accettato. La Medicina Ufficiale ritiene che un buon equilibrio intestinale si ottenga da un buon equilibrio del microbiota. Per migliorare il proprio benessere, fatta eccezione per alcuni casi specifici, il modo migliore è quello di avere una dieta equilibrata, fare esercizio fisico regolare, avere un sonno regolare ed effettuare regolari check-up medici.

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