NEWS 2022

LE NEWS DI DICEMBRE

Alzheimer, un test delle urine per scoprirlo prima

Si prefigura la possibilità di uno screening economico e rapido per la malattia di Alzheimer. Ad annunciarlo è uno studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience da un team guidato dal prof. Yifan Wang.
Lo studio ipotizza il ruolo decisivo dell’acido formico, biomarcatore potenzialmente in grado di garantire la diagnosi precoce grazie a un semplice test delle urine.
La sperimentazione ha testato un gruppo di pazienti con malattia di Alzheimer a diversi livelli di gravità e un gruppo di controllo con capacità cognitive normali, cercando differenze nei biomarcatori urinari. Italia Salute https://www.italiasalute.it/newsh.asp?id=9689

LE NEWS DI NOVEMBRE

Tre ore di videogiochi al giorno possono effettivamente aiutare le capacità cognitive di un bambino, rileva lo studio

Una ricerca che fa parte di uno studio più ampio negli Stati Uniti, chiamato Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study e finanziato dal National Institutes of Health, ha coinvolto quasi 2.000 bambini e quelli che hanno riferito di aver giocato ai videogiochi per tre ore al giorno hanno ottenuto risultati migliori nei test delle abilità cognitive rispetto a quelli che non avevano mai giocato. Lo studio ha rivelato che ore di gioco al computer potrebbero  migliorare alcune abilità cognitive, come quelle che coinvolgono il controllo degli impulsi e la memoria di lavoro. Ten Magazin https://tenmagazine.it/tre-ore-di-videogiochi-al-giorno-possono-effettivamente-aiutare-le-capacita-cognitive-di-un-bambino-rileva-lo-studio/

 

LE NEWS DI OTTOBRE

 

Associazione tra spessore corticale e consumo di alcol

I ricercatori del National Institutes of Health di Bethesda hanno usato la randomizzazione mendeliana per identificare le associazioni direzionali tra la struttura cerebrale e l’uso di alcol e chiarire le basi trascrittomiche e cellulari delle associazioni identificate. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista JAMA Psychiatry. Le analisi sono state eseguite su 763.874 individui, di cui oltre il 94% erano di origine europea. I ricercatori hanno identificato delle associazioni negative tra lo spessore corticale globale geneticamente predetto, l’abitudine di assumere molto alcol e i comportamenti di consumo di alcol. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/associazione-tra-spessore-corticale-e-consumo-di-alcol.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Depressione da trauma: identificate due distinte reti cerebrali

Un nuovo studio sul collegamento tra danno cerebrale a livelli di depressione nei pazienti a seguito di un trauma, ha identificato due distinte reti cerebrali, una associata a un aumento dei sintomi della depressione e l’altra associata a una riduzione di questi sintomi. Lo studio è stato condotto da un team dell’University of Iowa Health Care (USA), guidato da Nicholas Trapp e pubblicato da Brain. L’analisi statistica ha consentito ai ricercatori di correlare la distribuzione delle lesioni con i livelli di depressione avvertiti dai pazienti nei mesi successivi al danno cerebrale.

Quotidiano sanità https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=108088

 

Stimolazione del nervo vago nell’orecchio rafforza comunicazione tra stomaco e cervello, scoperta dopo nuovi esperimenti

I risultati di un nuovo studio sulla stimolazione del nervo vago sono stati pubblicati sulla rivista Brain Stimulation. Il team di ricercatori provenienti dagli ospedali universitari di Tubinga e Bonn, guidato da Nils Kroemer, mostra per la prima volta che stimolare in maniera non invasiva il nervo vago dell’orecchio può rafforzare la linea di comunicazione tra lo stomaco e il cervello e ciò può accadere in pochi minuti. Le scoperte potrebbero essere utilizzate per nuove opzioni di trattamento per l’obesità e i disturbi alimentari, in particolare per la gestione della fame e della sazietà, così come per la depressione, rivela il comunicato dell’Ospedale Universitario di Tubinga.

Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/stimolazione-del-nervo-vago-nellorecchio-rafforza-comunicazione-tra-stomaco-e-cervello-scoperta-dopo-nuovi-esperimenti/

LE NEWS DI SETTEMBRE

Studio francese: curare da soli un genitore anziano porta alla depressione

Lo afferma una ricerca condotta da economisti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Université Paris Dauphine, pubblicata su Applied Economics Letters. Lo sforzo necessario a seguire il genitore bisognoso di assistenza – è la conclusione dei ricercatori – può avere un legame con l’insorgere di sintomi di depressione. “I dati confermano – commenta Giacomo Pasini, professore di Econometria a Ca’ Foscari e coautore dello studio con Agar Brugiavini, Elena Bassoli ed Eric Bosang – che i figli, in particolare le donne, devono dedicarsi totalmente e con grande sforzo psicofisico al genitore quando il sistema di welfare pubblico non garantisce un’adeguata assistenza agli anziani non autosufficienti”. Il gruppo di ricerca ha studiato i dati del Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (Share), una rilevazione che sta seguendo nel tempo le condizioni di salute e invecchiamento di un campione di cittadini europei con più di 50 anni d’età. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32531109/studio-francese-curare-da-soli-un-genitore-anziano-porta-alla-depressione/?tag=11405169649&tkg=1&cnt=1

Grasso e cervello si parlano, la scoperta degli scienziati

I ricercatori dello Scripps Research Institute lo rivelano su ‘Nature’. Per anni si è ritenuto che gli ormoni che fluttuavano passivamente nel sangue fossero il modo in cui il tessuto adiposo poteva inviare al cervello informazioni relative allo stress e al metabolismo. Invece gli esperti hanno scoperto un filo diretto: i neuroni sensoriali portano un flusso di messaggi dal grasso al cervello. In poche parole, i neuroni sensoriali potrebbero eventualmente essere cooptati per curare l’obesità o le malattie metaboliche. Italia Sera https://www.italiasera.it/grasso-e-cervello-si-parlano-la-scoperta-degli-scienziati/

 

LE NEWS DI AGOSTO

Adolescenti più a rischio di disturbo da uso di cannabis grave

Gli adolescenti sono oltre tre volte più vulnerabili allo sviluppo di una dipendenza da cannabis rispetto agli adulti. Lo rileva uno studio condotto dai ricercatori dell’UCL e del King’s College di Londra pubblicato dal Journal of Psychopharmacology. I ricercatori hanno condotto un’analisi trasversale nell’ambito dello studio “CannTeen” . I partecipanti erano 274 e ed erano suddivisi in 4 gruppi: adolescenti che facevano uso di cannabis (76 tra i 16 e i 17 anni), controlli adolescenti (63), adulti che facevano uso di cannabis (71 tra i 26 e i 29 anni) e controlli adulti (64 ). Tra i consumatori, la frequenza del consumo di cannabis variava da 1 a 7 giorni la settimana, mentre i controlli avevano fatto uso di cannabis dalle 0 alle 10 volte nell’arco di tutta la vita. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/adolescenti-piu-a-rischio-di-disturbo-da-uso-di-cannabis-grave.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Il nostro cervello non è programmato per restare svegli dopo la mezzanotte. Lo studio

Secondo un nuovo articolo pubblicato su Frontiers in Network Physiology, gli scienziati sostengono che il cervello degli esseri umani non è destinato a essere sveglio dopo la mezzanotte. I neurologi del Massachusetts General Hospital hanno esaminato le prove riguardanti il legame tra la funzione cerebrale, il ciclo sonno-veglia del corpo e il comportamento umano durante la notte. Hanno scoperto che le sostanze chimiche nel cervello guidano a comportamenti e pensieri negativi.  Scienze notizie https://www.scienzenotizie.it/2022/08/10/il-nostro-cervello-non-e-programmato-per-restare-svegli-dopo-la-mezzanotte-lo-studio-5758932

Morire di crepacuore

Una revisione sistematica pubblicata nel 2021 su Death studies ha confermato che la perdita di una persona cara ha conseguenze negative sulla salute fisica: aumentano l’infiammazione, il rischio cardiovascolare, il dolore cronico e la mortalità. Popular Science https://www.popsci.it/morire-di-crepacuore.html

LE NEWS DI LUGLIO

Dove risiede la coscienza? Individuate reti celebrali fortemente collegate

Il percorso per capire cosa sia la coscienza è fatto di tanti step e uno di questi consiste nel capire in quale area del cervello essa si origini. Un passo avanti importante in questa direzione potrebbe essere stato fatto in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex e realizzato da un team di ricercatori dell’Università di Tokyo. Jun Kitazono, un autore corrispondente dello studio, spiega che elaborando solo il segnale di feed-forward una persona non può percepire consapevolmente uno stimolo. È necessario anche un feedback e quindi una comunicazione bidirezionale. Il segnale di ritorno, ossia il feedback, scompare durante la perdita di coscienza o comunque durante tutti quei momenti in cui l’esperienza cosciente viene persa, ad esempio durante il sonno o durante un’anestesia generale. La bidirezionalità resta fondamentale per capire cosa sia la coscienza. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/dove-risiede-la-coscienza-individuate-reti-celebrali-fortemente-collegate/

 

 

Amici e faccende di casa per proteggersi dal rischio demenza, lo studio

Fare i mestieri di casa è  fra le attività fisiche e mentali che possono aiutare a ridurre non poco il rischio di demenza, del 21% secondo un nuovo studio pubblicato online su ‘Neurology’. Ma non solo. Anche chi ritiene di non essere tagliato per la vita da casalinghi ha una speranza. Nella lista delle abitudini ‘amiche’ di un cervello in salute infatti c’è anche altro: l’essere ‘mondani’, cioè dedicarsi a visite alla famiglia e passare del tempo con amici, e fare esercizio fisico.  Lo studio ha esaminato gli effetti di queste attività, nonché dell’uso di dispositivi elettronici nelle persone con e senza un rischio genetico più elevato di demenza. Sbircia la notizia https://www.sbircialanotizia.it/amici-e-faccende-di-casa-per-proteggersi-dal-rischio-demenza-lo-studio/

 

Declino cognitivo: bere moderatamente è collegato a cambiamenti cerebrali

Un consumo di sette unità o più di alcol a settimana è associato a un aumento dei livelli di ferro nel cervello. Il dato emerge da una ricerca pubblicata da PLOS Medicine, realizzata da un team guidato da Anya Topiwala, dell’Università di Oxford. Il team ha rilevato che il consumo di alcool oltre le sette unità per settimana era associato a livelli più elevati di ferro nel ganglio basale, una regione del cervello associata al controllo dei movimenti motori, alle procedure di apprendimento, ai movimenti oculari e alle emozioni. E l’accumulo di ferro in alcune regioni del cervello indica un peggioramento della funzionalità cognitiva. Popular Science https://www.popsci.it/declino-cognitivo-bere-moderatamente-e-collegato-a-cambiamenti-cerebrali.html

 

Schizofrenia: il ruolo del trauma infantile

Il trauma infantile definisce eventi di vita stressanti come l’abuso fisico, sessuale, emotivo e la trascuratezza, sia a livello fisico che emotivo. La revisione sistematica pubblicata su Cureus nel 2022 evidenzia che, a seguito di un trauma, si verificano alcuni processi neurobiologici che predispongono i pazienti a uno stato mentale a rischio, facilitando la progressione verso la malattia. Popular Science https://www.popsci.it/schizofrenia-il-ruolo-del-trauma-infantile.html

 

Il ruolo del cervelletto nei disturbi comportamentali: e rispunta a corte la vecchia baronessa Dopamina

Un consorzio di ricerca internazionale che comprende scienziati dell’Inserm – Università di Montpellier (Francia), dell’Institut de Neurociències Universitat Autònoma de Barcelona (Spagna) e dell’Università di Losanna (Svizzera) ha scoperto come la dopamina nel cervelletto modula i comportamenti sociali attraverso la sua azione sui recettori D2 (D2R). Medicomunicare https://www.medicomunicare.it/2022/07/26/il-ruolo-del-cervelletto-nei-disturbi-comportamentali-e-rispunta-a-corte-la-vecchia-baronessa-dopamina/

 

Scoperta la molecola che etichetta i ricordi in belli o brutti: si chiama Neurotensina

Identificata la molecola che classifica i ricordi in belli o brutti, associandoli a emozioni positive o negative. Si chiama neurotensina ed è un neurotrasmettitore presente nel cervello. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, è stata guidata dal Salk Institut  di  La Jolla, in California. I ricercatori hanno poi dimostrato che alti livelli di neurotensina migliorano l’apprendimento  limitano  la tendenza ad associare gli stimoli con sensazioni negative. “Sostanzialmente abbiamo ottenuto un controllo  sul processo biologico fondamentale che permette di ricordare  se qualcosa  è buono cattivo”, dice Kay Tye, uno degli autori dello studio. “Si tratta di qualcosa che è fondamentale per la nostra esperienza di vita – continua Tye – e l’idea che possa ridursi a una singola molecola è incredibilmente eccitante”. TG COM 24  https://www.tgcom24.mediaset.it/salute/scoperta-la-molecola-che-etichetta-i-ricordi-in-belli-o-brutti-si-chiamaneurotensina_52702936-202202k.shtml

 

Mangiare frutta potrebbe aiutare a prevenire la depressione

Lo suggerisce una ricerca della Aston University (Uk), pubblicata su British Journal of Nutrition. Sulla base delle informazioni raccolte, dalla ricerca è emerso che più spesso le persone consumavano frutta, tanto più basso era il loro punteggio per i sintomi della depressione e tanto più alto era quello riferito al benessere mentale, indipendentemente dalla quantità complessiva di frutta assunta. Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32531037/mangiare-frutta-potrebbe-aiutare-a-prevenire-la-depressione/?tkg=1

Alzheimer: i sintomi neuropsichiatrici nei due sessi

Il sesso femminile è stato associato ad una maggiore prevalenza e gravità di diversi sintomi neuropsichiatrici specifici, mentre il sesso maschile ad una apatia più grave. Sono queste le conclusioni tratte dallo studio pubblicato nel 2022 su Alzheimer’s research & therapy.   Popular Sciencehttps://alzres.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13195-022-00991-z

Bambini. Il contesto emotivo in cui mangiano influenza la dieta

Il contesto emotivo in cui mangiano i bambini influenza la dieta e lo stile alimentare. È quanto emerge da uno studio pubblicato dal Journal of Nutrition Education and Behavior, secondo il quale le emozioni negative preludono a un eccesso di assunzione di calorie e a una dieta di scarsa qualità, con le scelte alimentari non sane, soprattutto nel fine settimana.Per valutare il rapporto tra stato emotivo e alimentazione, un team di ricercatori dell’University of Southern California di Los Angeles – guidati da Christine Hotaru Naya – ha preso in considerazione 195 bambini di etnia diversa che, attraverso un’app per telefono, venivano contattati sette volte al giorno per rispondere ad alcune domande sull’umore e per riferire se avevano mangiato cibi non sani come patatine fritte, dolci e bevande zuccherate nelle due ore precedenti all’intervista. Quotidiano sanità http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=106281&fr=n

 

Dolore: meditazione mindfulness lo riduce separandolo dalle aree del cervello che danno percezione di sé

La meditazione mindfulness interromperebbe la comunicazione tra le aree del cervello coinvolte nel dolore e quelle che danno il senso di sé. Secondo questo schema – proposto da un team di ricercatori dell’Università della California di San Diego guidato da Fadel Zeidan – i segnali del dolore si muovono dall’organismo al cervello, ma l’individuo che fa meditazione non sente che il dolore gli appartiene, per cui di fatto la sensazione si riduce. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da PAIN. Popular Science https://www.popsci.it/dolore-meditazione-mindfulness-lo-riduce-separandolo-dalle-aree-del-cervello-che-danno-percezione-di-se.html

Depressione figli e padri, studio Usa: sarebbe collegata e indipendentemente dai fattori genetici

Un gruppo di ricercatori statunitensi ha coinvolto 720 famiglie in una ricerca denominata “Nonshared Environment in Adolescent Development”. L’équipe di ricerca appartiene alla Penn State University (Pennsylvania), ed è stata guidata da Jenae Neiderhiser. I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista Development and Psichopatology.Secondo quanto emerge vi sarebbe un collegamento tra depressione dei padri e quella dei figli e non sarebbe legato alla genetica. Blastingnews

https://it.blastingnews.com/salute/2022/07/depressione-figli-e-padri-studio-usa-sarebbe-collegata-e-indipendente-da-legami-genetici-003489224.html.

 

Demenza, il rischio aumenta con l’insufficienza di vitamina

L’Università dell’Australia meridionale ha effettuato uno studio da cui è venuta fuori una scoperta davvero interessante. Ci sono stretti legami tra la vitamina D, le funzioni di neuro-imaging, la emenza e l’ictus. In pratica l’insufficienza di vitamina D è associata a volumi celebrali di dimensioni minori e con un rischio maggiore di demenza. Sì, la stessa malattia cronica o in progressivo peggioramento che fa giungere una persona al danneggiamento della sua funzione cognitiva. La stessa sindrome causata sovente dal morbo di Alzheimer. Leganerd https://leganerd.com/2022/07/07/demenza-il-rischio-aumenta-con-linsufficienza-di-vitamina-d/

l’Aphantasia, una rara condizione che impedisce la visualizzazione di immagini nella mente

L’aphantasia, a volte indicata come “cecità mentale” è nota dal 19 ° secolo, ma ha attirato un’attenzione scientifica significativa solo negli ultimi anni. . Nel 2020, un team di ricercatori guidato dal neuroscienziato cognitivo Alexei Dawes dell’Università del New South Wales (UNSW) in Australia ha scoperto che le persone con afantasia hanno mostrato una ridotta capacità di ricordare il passato e immaginare il futuro, oltre a ricordare meno sogni (e spesso con meno dettagli). Ora, in un nuovo studio alcuni degli stessi scienziati hanno scoperto nuove prove dell’impatto dell’aphantasia sulla nostra memoria e immaginazione del futuro. Scienze Notizie https://www.scienzenotizie.it/2022/07/06/salute-laphantasia-una-rara-condizione-che-impedisce-la-visualizzazione-di-immagini-nella-mente-5357236

 

LE NEWS DI GIUGNO

Se sei stressato il tuo sistema immunitario invecchia

Lo stress può indurre un invecchiamento precoce del sistema immunitario e aprire la porta all’insorgenza di numerose malattie. È quanto emerge da uno studio coordinato dalla University of Southern California di Los Angeles e pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). Popular Science https://www.popsci.it/se-sei-stressato-il-tuo-sistema-immunitario-invecchia.html

Autismo, non c’è differenza di genere

La maggiore incidenza di disturbi dello spettro autistico fra bambini e bambine in realtà sarebbe solo un effetto ottico. Secondo uno studio pubblicato su Biological Psychiatry, infatti, adottando uno screening precoce i tassi si assesterebbero su livelli simili.
La ricerca, coordinata da Catherine Burrows e Jed Elison dell’Università del Minnesota, ha utilizzato i dati raccolti dalla rete Brain Imaging Study Network, a cui hanno partecipato bambini a maggiore probabilità di sviluppare disturbi dello spettro autistico dai 6 ai 60 mesi di età. Italia salute https://www.italiasalute.it/news.asp?id=13247

Pensieri di autolesionismo associati a disturbo disforico premestruale

Un studio pubblicato dalla rivista BMC Psychiatry riporta che il 34% delle donne con disturbo disforico premestruale (PMDD) ha tentato il suicidio. Esistono dei dati che indicano le influenze del ciclo mestruale sui pensieri e comportamenti autolesionisti e che suggeriscono un ruolo del disturbo disforico premestruale nell’aumentare il rischio di suicidio nelle donne. I ricercatori hanno inviato un sondaggio online a donne con sintomi di sindrome premestruale auto-riferiti. Le domande riguardavano dati demografici e clinici: eventuale diagnosi di disturbo disforico premestruale da parte di un operatore sanitario e la storia di diagnosi psichiatriche di comorbidità nel corso della vita. Popular sciencehttps://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/pensieri-di-autolesionismo-associati-a-disturbo-disforico-premestruale.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Struttura del cervello nel disturbo disforico premestruale

Il disturbo disforico premestruale (PMDD) viene classificato nella quinta edizione del DSM come un disturbo depressivo. Le alterazioni del volume della materia grigia e dello spessore corticale sono state associate a una serie di disturbi dell’umore, sebbene si sappia poco sulle alterazioni morfologiche del cervello nel PMDD. In un articolo pubblicato dalla rivista Translational Psychiatry, i ricercatori hanno sottoposto 94 con PMDD e 43 controlli sani a risonanza magnetica (MRI) durante la fase luteale del ciclo mestruale per valutare le differenze nella struttura della materia grigia tra i due gruppi. Gli autori concludono: “in linea con l’ipotesi di un circuito inibitorio dall’alto verso il basso alterato che coinvolge le strutture limbiche nel PMDD, i nostri risultati indicano l’anatomia della materia grigia specifica del PMDD nelle regioni delle reti corticolimbiche. Inoltre, i risultati includono regioni corticali e cerebellari diffuse, suggerendo il coinvolgimento di reti distinte nella fisiopatologia del PMDD”. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/struttura-del-cervello-nel-disturbo-disforico-premestruale.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

I bambini troppo piccoli per parlare, sgridano con lo sguardo

Uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour sostiene che i bambini in età preverbale (che ancora non hanno imparato a parlare) possano però usare lo sguardo per esprimere disapprovazione se vedono qualcosa che a loro non piace. I ricercatori hanno indagato l’aggressività fisica come circostanza per evidenziare la disapprovazione: mostrando episodi di percosse, pare che i bimbi possano distinguere chiaramente l’aggressore dalla vittima. Usando un sistema di tracciamento del loro sguardo, se i piccoli osservavano un personaggio per un periodo di tempo stabilito, questo finiva per scomparire dal video. Il risultato è che i bambini avevano eliminato un numero molto più rilevante di aggressori che di vittime, semplicemente guardandoli (male). 105.net https://www.105.net/news/tutto-news/1326665/i-bambini-troppo-piccoli-per-parlare-sgridano-con-lo-sguardo.html

Sclerosi multipla, malattie vascolari e funzioni cognitive

Uno studio ha valutato gli effetti dell’associazione di malattie vascolari alla sclerosi multipla sulle evidenze raccolte con la risonanza magnetica e sull’efficienza delle funzioni cognitive. I risultati hanno indicato che, nelle persone con tali quadri, con la risonanza magnetica si osservano specifiche alterazioni, alle quali corrisponde una minore efficienza delle funzioni cognitive.  Fondazione Merk Serono https://www.fondazioneserono.org/sclerosi-multipla/ultime-notizie-sclerosi-multipla/sclerosi-multipla-malattie-vascolari-e-funzioni-cognitive/

Effetti dello smog sulla psiche, lo studio italiano: “Rischio depressione aumenta del 13%”

L’esposizione cronica allo smog da traffico veicolare aumenta il rischio di malattie mentalicome depressione, disturbi d’ansia e schizofrenia, fa crescere il consumo di farmaci antidepressivi, antipsicotici e stabilizzanti dell’umore e aggrava malattie psichiatriche già presenti. L’impatto negativo sulla salute mentale è quantificato, per la prima volta in Italia, in due studi presentati in anteprima durante il Seminario internazionale “RespiraMi: Recent Advances in Air Pollution and Health”, co-organizzato dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dalla Fondazione Internazionale Menarini. Nurse time  https://nursetimes.org/effetti-dello-smog-sulla-psiche-lo-studio-italiano-rischio-depressione-aumenta-del-13/142757

Un ragazzo su cinque è a rischio per gaming eccessivo

Lo rivela una ricerca condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, dal Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova (Unipd) e dall’australiana Flinders University. In Europa un ragazzo su cinque è ad alto rischio di gaming problematico (circa il 20%); l’esposizione al fenomeno dei ragazzi (30.8%) risulta tre volte più alto di quello delle ragazze (9.4%). DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32530028/un-ragazzo-su-cinque-e-a-rischio-per-gaming-eccessivo-/?tag=11329162779&tkg=1&cnt=2

 

 Consumo di alcool tra le donne in gravidanza è collegato a quello del partner

Il consumo di alcool in gravidanza per le donne si correla a quanto beve anche il partner. È quanto emerge da uno studio dell’University of Eastern Finland di Kuopio, in Finlandia, pubblicato da Alcoholism: Clinical and Experimental Research, secondo il quale porre attenzione all’uso di alcool in entrambi i genitori potrebbe aiutare a prevenire il bere durante la gravidanza, così come a ridurre l’esposizione agli eventi avversi dell’alcool a livello del feto.

Gli effetti dannosi dell’alcool si possono manifestare durante lo sviluppo e la crescita del bambino, in molti modi, ma la valutazione sull’abuso di questa sostanza si è quasi sempre basata sulla quantità assunta dalla madre e non dal partner. Lo studio finlandese ha valutato il consumo di alcool tra 14.882 donne e i loro partner, prima e dopo la gravidanza, per un totale di 21.472 gravidanze. Quotidiano sanità http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=105493&fr=n

Associazione tra eventi traumatici dell’infanzia e salute mentale dell’adulto

Gli eventi traumatici dell’infanzia sono fortemente associati a problemi di salute mentale degli adulti, secondo uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet Discovery Science. Tale associazione sembra essere mediata dalle connessioni funzionali cerebrali nelle aree coinvolte nella funzione esecutiva, nelle emozioni, nell’elaborazione del viso e nella memoria. I ricercatori hanno studiato l’associazione tra eventi traumatici infantili (come abuso e abbandono, definiti dalle domande “Childhood Trauma” nel database della biobanca britannica) e connettività funzionale cerebrale, problemi di salute mentale e prestazioni cognitive. Sono stati usati i dati di 19.535 soggetti di età compresa tra 45 e 79 anni, provenieni dal set di dati della biobanca britannica. I risultati sono stati replicati su 17.747 partecipanti provenienti dallo stesso set di dati. popular science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/associazione-tra-eventi-traumatici-dellinfanzia-e-salute-mentale-delladulto.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Ora sappiamo qual è una possibile causa della schizofrenia

Un autoanticorpo, che prende di mira le cellule del proprio organismo, sembra poter essere il responsabile di alcuni casi di schizofrenia. Lo ha scoperto un team di ricerca della Tokyo Medical and Dental University, in Giappone, che ha identificato una proteina prodotta dal sistema immunitario che, invece di essere diretta verso elementi estranei all’organismo (non-self, come virus e batteri), riconosce e agisce erroneamente contro una sostanza dell’organismo stesso (self). Questo autoanticorpo, nello specifico, è in grado di legare una molecola coinvolta nella comunicazione delle cellule cerebrali, chiamata NCAM1 (molecola di adesione delle cellule neurali), che aiuta le cellule del cervello a dialogare tra loro tramite connessioni specializzate, note come sinapsi, e può avere un ruolo nello sviluppo della schizofrenia. Fanpage https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/ora-sappiamo-qual-e-una-possibile-causa-della-schizofrenia/

 

Nel Dna il segreto per resistere allo stress da pandemia

Alcune persone hanno sopportato meglio lo stress emotivo, l’angoscia legata alla pandemia grazie al proprio Dna: lo suggerisce un lavoro diretto da Lude Franke dell’Università olandese di Groningen e pubblicato sulla rivista PLOS Genetics, basato sull’analisi del Dna di migliaia di individui. Il modo in cui una persona percepisce la propria qualità di vita dipende da una combinazione di fattori sia esterni sia genetici – un mix di cultura e ‘natura’.  Studiare il modo in cui la genetica di ciascuno impatti sulla sua qualità della vita è di per sé complicato, ma la pandemia ha permesso di farlo. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32530478/nel-dna-il-segreto-per-resistere-allo-stress-da-pandemia/?tag=11360491465&tkg=1&cnt=2

 

La sindrome di Asperger: un sottotipo dello spettro autistico

La ricerca attuale, utilizzando i risultati di un’indagine relativamente ampia, ha confrontato gli individui con diagnosi di sindrome di Asperger a quelli con diagnosi di autismo e ASD (autismo/ASD). Sono stati effettuati confronti per quanto riguarda i primi segni di compromissione, altri sintomi e comportamenti comunemente riportati e comorbidità mediche.  In sintesi, mentre questo studio ha rilevato somiglianze tra autismo/ASD e sindrome di Asperger, ha anche rivelato differenze significative. Combinati con le crescenti prove di biomarcatori che differenziano la sindrome di Asperger dall’autismo/ASD, questi risultati pesano a favore del ripristino della sindrome di Asperger come diagnosi DSM. Dottnet https://www.dottnet.it/articolo/32530592/la-sindrome-di-asperger-un-sottotipo-dello-spettro-autistico/?tag=11369623785&tkg=1&cnt=1

Abbracci riducono stress ma solo nelle donne, la singolare scoperta degli scienziati

Gli abbracci possono avere un effetto psicologico potente sulle donne, un po’ meno sugli uomini, secondo un interessante studio prodotto da ricercatori dell’Istituto olandese di neuroscienze e pubblicato su PLOS One. Come spiega un nuovo articolo della CNN, i ricercatori sono giunti alla conclusione che le donne che abbracciavano i loro partner potevano contare su una netta diminuzione della produzione del cortisolo.Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/abbracci-riducono-stress-ma-solo-nelle-donne-la-singolare-scoperta-degli-scienziati/

LE NEWS DI MAGGIO

Persone con difetti alla vista possono ottenere diagnosi errate nei test cognitivi, l’allarme nel nuovo studio

Secondo un comunicato emesso sul sito dell’Università dell’Australia Meridionale, le persone che soffrono di problemi alla vista possono ricevere troppo spesso diagnosi errate, in particolare quelle legate ai disturbi cognitivi lievi. Come specifica il comunicato, infatti, diversi test che si effettuano per rilevare i disturbi cognitivi dipendono molto dal livello della vista e quindi i difetti legati all’occhio possono distorcere i risultati. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/persone-con-difetti-alla-vista-possono-ottenere-diagnosi-errate-nei-test-cognitivi-lallarme-nel-nuovo-studio/

Disturbo bipolare, un metodo per capire quanto litio usare

L’analisi di 6 predittori può aiutare a capire la quantità di litio necessaria per curare i pazienti affetti da disturbo bipolare.
A dirlo è uno studio pubblicato su Lancet Psychiatry da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma guidato da Martin Schalling, che spiega: «Il nostro modello potrebbe già essere utilizzato per prevedere la quantità di litio di cui avrà bisogno un paziente con disturbo bipolare, in modo da ridurre il tempo necessario per trovare la dose giusta per ciascuno, con un impatto potenzialmente salvavita». Italia Salute https://www.italiasalute.it/news.asp?id=10683

 

Un allenamento sportivo eccessivo può avere effetti negativi sull’umore

I ricercatori dell’Università di Barcellona  hanno studiato gli effetti che l’intensità dell’allenamento ha sui ciclisti in termini di stati d’animo e la loro capacità di adattarsi a maggiori carichi di allenamento, valutati utilizzando la variabilità della frequenza cardiaca.
Con questo studio i ricercatori hanno voluto sapere quando un atleta deve riposare, perché il suo sistema è saturo, e quando un atleta può allenarsi, con più o meno intensità, perché il suo corpo è pronto ad assimilare il carico di allenamento.
I risultati ottenuti sono un primo passo per mettere a punto un sistema di monitoraggio che tenga conto sia dei carichi di allenamento interni che esterni, oltre che dello stato d’animo e della variabilità della frequenza cardiaca dell’atleta, con l’obiettivo di aiutarlo ad adattarsi al proprio allenamento e prevenire lesioni che possono derivare da sovrallenamento. Clip Salute  https://www.clipsalute.it/2022/05/13/un-allenamento-sportivo-eccessivo-puo-avere-effetti-negativi-sullumore/

Il cuore si emoziona e guida il nostro cervello

Le emozioni nascono nel cuore, e non nel cervello, dicevano i poeti. Ora la ricerca scientifica conferma le fondamenta di questo topos letterario. Uno studio dei bioingegneri dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Università di Padova e l’University of California Irvine e pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Science of the Usa’ analizza il meccanismo che ci porta a provare una specifica emozione a fronte di determinati stimoli e trova nel cuore la radice delle emozioni.  Italia Sera https://www.italiasera.it/il-cuore-si-emoziona-e-guida-il-nostro-cervello/

Disturbi dello spettro autistico come fattore di rischio per l’autolesionismo

I ricercatori del King’s College London e South London e del Maudsley NHS Foundation Trust hanno analizzato i fattori associati all’autolesionismo in oltre 111.000 adolescenti di età compresa tra 11 e 17 anni. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista BMC Medicine. Questo studio, concludono gli autori, fornisce prove che l’ASD nei ragazzi e altri fattori educativi, sociali e clinici sono fattori di rischio per gli adolescenti che si presentano in pronto soccorso per autolesionismo. Questi risultati, aggiungono, sono un passo importante nello sviluppo di programmi di riconoscimento e prevenzione precoci. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/disturbi-dello-spettro-autistico-come-fattore-di-rischio-per-lautolesionismo.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Cervello: scoperto perché con l’età nascono meno neuroni

 Uno studio condotto sui topi dal gruppo di ricerca di Sebastian Jessberger del Brain Research Institute presso l’Università di Zurigo. I risultati, pubblicati sulla rivista Cell Stem Cell dimostra che la capacità del cervello di generare nuovi neuroni cala con l’età perché diminuisce una proteina cruciale per la proliferazione delle cellule staminali, la lamina B1: aumentarne i livelli permette di svecchiare le staminali migliorando la produzione di nuovi neuroni. I risultati, pubblicati sulla rivista Cell Stem Cell, potrebbero aprire nuovi scenari nella lotta alle demenze e all’Alzheimer. Popular science https://www.popsci.it/cervello-scoperto-perche-con-leta-nascono-meno-neuroni.html

Una mutazione genetica dell’autismo può essere invertita con la terapia genica

Un team di ricercatori ha dimostrato di poter invertire una mutazione genetica dell’autismo utilizzando la terapia genica per conferire al gene una tipica funzione che può determinare un miglioramento nella funzione cognitiva. I risultati dello studio, pubblicati in un articolo su Nature Communications, mostrano come le mutazioni all’interno di un gene chiamato Transcription Factor 4 (TCF4) siano legate a condizioni neuropsichiatriche, tra cui lo spettro autistico (ASD) e la schizofrenia. Fanpage https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/una-mutazione-genetica-dellautismo-puo-essere-invertita-con-la-terapia-genica/

LE NEWS DI APRILE

Autismo, molecola di natura lipidica agisce su irritabilità e iperattività

“Si chiama palmitoiletanolamide (PEA) ed è una molecola di natura lipidica con un importante ruolo nel controllo dei fenomeni infiammatori che si è dimostrata efficace e sicura per migliorare gli effetti sui sintomi di irritabilità e iperattività nei bambini con autismo. La sua efficacia è stata dimostrata da uno studio pubblicato su Journal of Psychiatry Research”. Lo afferma Luca Steardo, Docente presso il Dipartimento Fisiologia e Farmacologia dell’Università La Sapienza di Roma che, in vista della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, fa il punto sulla ricerca. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32530086/autismo-molecola-di-natura-lipidica-agisce-su-irritabilita-e-iperattivita-/?tag=11333529605&tkg=1&cnt=1

Camminare 10 minuti al giorno allontana la morte

Secondo un nuovo studio pubblicato su Jama Internal Medicine, infatti, appena 10 minuti di camminata al giorno hanno l’effetto di ridurre del 7% il tasso di decessi, evitando oltre 100.000 morti con riferimento agli Stati Uniti.
I ricercatori hanno utilizzato i dati del National Health and Nutrition Examination, che periodicamente chiede a un campione della popolazione informazioni sullo stile di vita e sulla salute. Sono stati raccolti i dati relativi a 4.840 persone di diverse etnie con età fra i 40 e gli 85 anni. Italia Salute https://www.italiasalute.it/news.asp?id=626

 

Volume della materia grigia nella depressione

La struttura cerebrale dei pazienti con psicosi e depressione di recente insorgenza può offrire importanti informazioni biologiche su queste malattie e su come potrebbero svilupparsi. In uno studio pubblicato dalla rivista Biological Psychiatry, i ricercatori dell’Università di Birmingham mostrano che esaminando le scansioni MRI strutturali del cervello è possibile identificare i pazienti più suscettibili a scarsi risultati. Identificando questi pazienti nelle prime fasi della loro malattia, i medici potrebbero essere in grado di offrire trattamenti più mirati ed efficaci.  Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/volume-della-materia-grigia-nella-depressione.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Vivere con i bambini riduce il rischio di depressione

In uno studio pubblicato dalla rivista Translational Psychiatry, un gruppo di ricercatori giapponesi ha analizzato l’associazione longitudinale tra lo stile di vita e la diagnosi di depressione nella popolazione generale. Nel 1990, 1.254 uomini e donne giapponesi di età compresa tra 40 e 59 anni sono stati arruolati nello studio prospettico basato sul Centro di salute pubblica giapponese (studio JPHC), hanno compilato questionari sulla sistemazione abitativa e nel 2014-2015 hanno partecipato a uno screening sulla salute mentale. Vivere con un bambino era associato a un rischio ridotto di depressione per gli uomini ma non per le donne. Popular  science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/vivere-con-i-bambini-riduce-il-rischio-di-depressione.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Diabete, curare l’insonnia potrebbe prevenirlo: cosa dice lo studio

La ricerca dell’Università di Bristol ha evidenziato che chi fatica ad addormentarsi, e chi soffre di risvegli continui tutta la notte, ha un rischio maggiore di avere la glicemia alta: si è riuscito a stabilire in che modo i due problemi sono legati tra loro prendendo in considerazione le informazioni relative al sonno fornite da 336.999 adulti e confrontandole con i dati del loro Dna. La ricerca, però, ha ancora bisogno di dati, come sottolinea anche Agostino Consoli, presidente della Società italiana di Diabetologia, su Skytg24. DireDonna https://www.diredonna.it/diabete-curare-insonnia-potrebbe-prevenirlo-studio-3386849.html

 Salute: identificati per la prima volta geni specifici mutati coinvolti nella schizofrenia

Un nuovo studio identifica 10 geni con rare mutazioni che aumentano il rischio di sviluppare la schizofrenia.Gli scienziati dell‘UCL Molecular Psychiatry Laboratory hanno analizzato il DNA di 76.755 persone affette da schizofrenia e 243.649 volontari sani dimostrando la presenza di rare mutazioni di geni nei pazienti schizofrenici. La schizofrenia è un disturbo psichiatrico che colpisce una persona su 300 nel mondo. Secondo l‘Organizzazione Mondiale della Sanità due persone su tre con schizofrenia e affette da altre psicosi non ricevono cure specifiche per la loro salute mentale. I risultati delle ricerche identificano per la prima volta mutazioni rare che provocano alterazioni in 10 geni concentrati nei neuroni aumentando di 30 volte il rischio di sviluppare il disturbo. Scienze Notizie https://www.scienzenotizie.it/2022/04/07/salute-identificati-per-la-prima-volta-geni-specifici-mutati-coinvolti-nella-schizofrenia-5154233

Disturbi mentali tra i rifugiati: efficacia dell’intervento Self-Help Plus

I rifugiati sono ad alto rischio di sviluppare disturbi mentali. Uno studio internazionale pubblicato dalla rivista World Psychiatry ha valutato l’efficacia di un intervento psicologico di auto-aiuto sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, chiamato Self-Help Plus, nel prevenire lo sviluppo di disturbi mentali tra i rifugiati siriani che soffrono di disagio psicologico in Turchia. Lo studio randomizzato controllato a due braccia è stato condotto in due aree turche. I partecipanti idonei erano rifugiati siriani adulti che soffrivano di disagio psicologico (questionario sulla salute generale con punteggio di almeno 3), ma senza una diagnosi di disturbo mentale. Sono stati assegnati in modo casuale al braccio Self-Help Plus (costituito da Self-Help Plus combinato con Enhanced Care as Usual, ECAU) o solo ECAU in un rapporto 1:1. Self-Help Plus era un supporto di gruppo che prevedeva l’intervento di due facilitatori in cinque sessioni. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/disturbi-mentali-tra-i-rifugiati-efficacia-dellintervento-self-help-plus.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

 

Il suicidio dei genitori aumenta il rischio tra i figli

In un articolo pubblicato dalla rivista The Lancet Psychiatry, i ricercatori del Copenhagen Research Center for Mental Health hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo, a livello nazionale, basato su registri longitudinali danesi della popolazione totale per esplorare la relazione tra il comportamento suicidario dei genitori e quello dei loro figli. Dallo studio è emerso un legame tra i comportamenti suicidi del genitore e quelli del figlio. Gli autori hanno riscontrato una più alta incidenza di suicidio e tentativo di suicidio tra le persone che avevano subito un lutto tra i 2 e i 5 anni e una più alta incidenza di tentativi di suicidio tra i giovani di età compresa tra 15 e 19 anni. 
Nell’analisi sono stati inclusi i dati di 4.419.642 individui nati dopo il 1953 che avevano 10 anni o più e che erano stati registrati come residenti in Danimarca tra il 1 gennaio 1980 e il 31 dicembre 2016. L’esposizione al tentativo di suicidio e al suicidio dei genitori è stata identificata utilizzando le informazioni provenienti dai contatti ospedalieri e le cause di morte dai registri nazionali. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/il-suicidio-dei-genitori-aumenta-il-rischio-tra-i-figli.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

ECCO LA “TEORIA DELLA SCIMMIA UBRIACA”, IL MOTIVO PER CUI GLI UMANI AMANO L’ALCOL

Oltre l’essere umano, anche gli elefanti e le scimmie adorano la sensazione di inebriamento che offre l’alcol. Adesso, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science ha analizzato l’ipotesi della “scimmia ubriaca”, una teoria che afferma che il nostro amore per i liquori derivi dai nostri antenati primati.Così un team di ricercatori è volato a Barro Colorado, a Panama, dove le scimmie ragno locali trascorrono buona parte del loro tempo a divorare frutti pieni di zucchero (ed etanolo). Dopo aver esaminato la pietanza lasciata dalle creature, gli esperti hanno scoperto che la polpa conteneva in media dall’1 al 2% di etanolo. Ciò significa che gli animali hanno davvero una preferenza per il cibo alcolico. Techeveryeye https://tech.everyeye.it/notizie/teoria-scimmia-ubriaca-motivo-umani-amano-alcol-579474.html

LE NEWS DI MARZO

Falsi ricordi, nuove tecniche possono ridurli in maniera efficace: il nuovo studio

Nuove tecniche per correggere i cosiddetti “falsi ricordi” senza mettere in pericolo i ricordi autobiografici veri vengono descritti in un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Portsmouth e delle Università di Hagen e Mainz.
I ricordi, infatti, spesso possono essere ricostruiti e ciò li rende fallibili. Secondo quanto riferisce il comunicato dell’Università di Portsmouth, questo studio è il primo che mostra che i falsi ricordi di accadimenti autobiografici possono essere resi nulli tramite una tecnica fatta di interviste e spiegazioni. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/falsi-ricordi-nuove-tecniche-possono-ridurli-in-maniera-efficace-il-nuovo-studio/

Geni orologio: la loro mutazione correlata al disturbo dello spettro autistico

Secondo i risultati della  ricerca  pubblicata sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry l’attivazione dei geni orologio influenza e controlla la successiva espressione di altri geni con una ritmicità basata sulle ventiquattro ore. La ricerca sviluppata da un team di scienziati della University of Minnesota Medical School, University of Texas Health San Antonio e del Biomedical Research Institute (BRI) della Foundation for Research and Technology Hellas (FORTH) in Grecia dimostra che  la mutazione di questi geni è coinvolta nello sviluppo dello spettro autistico. Gamingtoday https://gamingtoday.it/news/hi-tech/geni-orologio-la-loro-mutazione-correlata-allasd/

Alcune mutazioni aumentano la propensione al suicidio

Ci sarebbe anche una base genetica nei tentativi di suicidio. Lo rivela una ricerca pubblicata su Biological Psychiatry da un team della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York.
Gli scienziati hanno individuato una regione del genoma sul cromosoma 7 con variazioni del Dna potenzialmente correlate con un rischio maggiore che il soggetto tenti il suicidio.
Niahmh Mullins, coordinatore dello studio, spiega: «I pensieri e i comportamenti suicidari possono essere ridotti con adeguato supporto e trattamento per la salute
mentale. Pertanto, è fondamentale acquisire informazioni sui percorsi biologici coinvolti nei tentativi di suicidio o nei pensieri suicidari, in modo da trovare potenziali vie di trattamento e strategie di prevenzione». Italia Salute https://www.italiasalute.it/7793/pag2/Alcune-mutazioni-aumentano-propensione-al-suicidio.html

Il litio può ridurre il rischio di sviluppare demenza.

I ricercatori, dell’Università di Cambridge, hanno condotto un’analisi retrospettiva delle cartelle cliniche di quasi 30.000 pazienti del Cambridgeshire e del Peterborough NHS Foundation Trust. Secondo i risultati, riportati sulla rivista Plos Medicine i pazienti avevano tutti più di 50 anni e hanno avuto accesso ai servizi di salute mentale del SSN tra il 2005 e il 2019. Medicina in biblioteca https://blogpinali.wordpress.com/2022/03/17/il-litio-puo-ridurre-il-rischio-di-sviluppare-demenza/

Parkinson e Alzheimer, nuova metodica per la diagnosi

Uno studio congiunto tra Istituto Superiore di Sanità, IRCCS San Raffaele Roma e CNR- Istituto di Farmacologia Traslazionale ha permesso di mettere a punto un nuovo sistema per diagnosticare la Malattia di Alzheimer e il Morbo di Parkinson. La nuova metodica si basa sulla conversione chimica diretta di fibroblasti della pelle dei pazienti in neuroni umani, senza ricorrere ad approcci transgenici, per la ricerca di marcatori di patologia.
Il lavoro è stato coordinato da Daniela Merlo, Primo Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità e da Enrico Garaci e Massimo Fini, rispettivamente Presidente del Comitato Scientifico dell’IRCCS San Raffaele e Direttore Scientifico dell’IRCCS San Raffaele, in collaborazione con il gruppo di ricerca della Dott.ssa Cristiana Mollinari, Ricercatore dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale del CNR. Dottnet https://www.dottnet.it/articolo/32529811/parkinson-e-alzheimer-nuova-metodica-per-la-diagnosi/?tag=11314771842&tkg=1&cnt=1

Schizofrenia, scoperte a Napoli alterazioni molecolari nel cervello dei pazienti

Un team di ricercatori italiani, composto da neurobiologi, psichiatri e biostatistici, ha individuato alterazioni molecolari implicate nei deficit cognitivi e di attenzione tipici della patologia, attraverso studi integrati di Biologia molecolare clinica e l’utilizzo del “machine learning”. Nel Laboratorio di Neuroscienze Traslazionali del CEINGE-Biotecnologie avanzate di Napoli, diretto da Alessandro Usiello, professore di Biochimica e Biologia molecolare clinica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Principal Investigator del Centro di Ricerca napoletano, i ricercatori hanno analizzato i tessuti cerebrali post-mortem di individui sani e di pazienti affetti dalla malattia, e hanno scoperto l’esistenza di alterazioni biochimiche diffuse nella complessa rete di connessioni neuronali tra le sinapsi della corteccia, che utilizzano come principale trasmettitore il glutammato. Vesuviolive. https://www.vesuviolive.it/aree-locali/notizie-di-napoli/424065-schizofrenia-ceinge/

LE NEWS DI FEBBRAIO

Insonnia, svelati i meccanismi cerebrali che tengono svegli

Secondo quanto pubblicato dalla rivista  Science, la Stanford University ha stimato in una percentuale maggiore del 50% gli over 65 colpiti da insonnia. Ma quali sono le cause che portano a una riduzione e qualità del sonno notturno? Dipenderebbe dalle ipocretine, neurotrasmettitori importanti nella regolazione del ritmo sonno-veglia e dell’appetito e sostanze chimiche prodotte da alcuni neuroni dell’ipotalamo. La ricerca ha dimostrato che la privazione del sonno è collegata a un aumento del rischio di molteplici esiti negativi per la salute: dall’ipertensione agli attacchi di cuore, dal diabete alla depressione e all’accumulo di placca cerebrale legata all’Alzheimer. “L’identificazione del percorso specifico responsabile della perdita di sonno potrebbe portare a farmaci migliori”, hanno affermato Laura Jacobson e Daniel Hoyer, del Florey Institute of Neuroscience and Mental Health australiano in un commento correlato alla ricerca. MSN Italia https://www.msn.com/it-it/salute/health/insonnia-svelati-i-meccanismi-cerebrali-che-tengono-svegli/ar-AAUwlkp?srcref=rss

 

Ormone prolattina, scienziati scoprono che rende madri meno aggressive e più protettive con i figli

La prolattina ha diverse funzioni ma quella scoperta dai ricercatori dell’università neozelandese non era stata mai individuata prima. Lo studio è disponibile su PNAS.La prolattina è un ormone prodotto dalla ghiandola pituitaria e i suoi livelli aumentano nel corso della gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. In pratica l’ormone, come spiegano i ricercatori, sembra limitare il comportamento aggressivo che le madri possono mettere in atto per proteggere i piccoli, una regolazione comportamentale importante che in generale favorisce i piccoli. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/ormone-prolattina-scienziati-scoprono-che-rende-madri-meno-aggressive-e-piu-protettive-con-i-figli/

Associazione tra attività fisica e riduzione della depressione

In uno studio pubblicato dalla rivista Scientific Reports, i ricercatori dell’Università di Saragozza hanno analizzato l’associazione tra il rispetto delle linee guida della raccomandazione sull’attività fisica e la depressione. Lo studio trasversale ha incluso 7.201 partecipanti del National Health and Nutrition Examination Survey 2007-2014 di età  uguale o superiore ai 50 anni. La depressione è stata definita come un punteggio uguale o superiore a 10 del Patient Health Questionnaire ( PHQ-9). Essere più attivi era associato a una riduzione delle probabilità di depressione. Popular Science https://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/associazione-tra-attivita-fisica-e-riduzione-della-depressione.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

 

Camminare aumenta l’afflusso di sangue al cervello

Uno studio pubblicato online sul Journal of Alzheimer’s Disease evidenzia che svolgere un’attività fisica, come camminare a passo sostenuto, non fa bene solo al corpo ma anche al cervello. E il motivo è che ne aumenta l’afflusso di sangue e l’ossigenazione. Lo studio è stato condotto su anziani con una lieve perdita di memoria, che hanno seguito un programma di esercizi per un anno.  Circa il 25% delle persone dopo i 65 anni inizia ad avere un lieve decadimento cognitivo che ne influenza la memoria e le capacità di ragionamento e che, in alcuni casi progredisce verso la demenza. Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32527119/camminare-aumenta-l-afflusso-di-sangue-al-cervello/?tag=11108382403&tkg=1&cnt=1

Dormire davanti alla tv fa riposare male: il cervello resta in allerta

Lo rivela una ricerca austriaca pubblicata sul Journal of Neuroscience. A molti può capitare, soprattutto in periodi di eventuale isolamento e quarantena legata al Covid, di addormentarsi davanti alla tv durante lunghe serate trascorse a casa.  I risultati di un nuovo studio suggeriscono però che questa abitudine non aiuta a dormire bene e a sentirsi riposati, perché tiene il cervello sempre in allerta.  DottNet  https://www.dottnet.it/articolo/32529462/dormire-davanti-alla-tv-fa-riposare-male-il-cervello-resta-in-allerta/?tkg=1

 Studio italiano indaga le reazioni cervello con un arto virtuale

Attraverso l’uso combinato di Realtà Virtuale immersiva e Stimolazione Magnetica Transcranica, i ricercatori hanno indagato le reazioni del cervello quando viene ‘incorporato’ un braccio virtuale, con l’obiettivo di perfezionare lo sviluppo di protocolli di neuroriabilitazione e ausili o protesi esterne. Tramite queste tecniche è stato possibile indagare l’attività della corteccia motoria, situata nel lobo frontale e deputata al movimento del braccio che il soggetto osservava virtualmente. Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32529612/studio-italiano-indaga-le-reazioni-cervello-con-un-arto-virtuale/?tkg=1

 

LE NEWS DI GENNAIO

Oms e Oil, vantaggi e rischi dello smart working

Secondo l’Oms e l’Oil il telelavoro, ad esempio, aumenta il rischio di isolamento sociale e di depressione. Favorisce il consumo di fumo e alcol e conduce a una vita più sedentaria. Rappresenta un rischio anche per l’apparato muscolo-scheletrico e per gli occhi, a causa del prolungato tempo passato seduti davanti a uno schermo. L’eccesso di tempo passato allo schermo e l’orario di lavoro irregolare può avere anche effetti negativi sul sonno. Tra i vantaggi del telelavoro, afferma il rapporto, ci possono essere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, opportunità di orari di lavoro flessibili e attività fisica, traffico ridotto e tempo speso per il pendolarismo e una diminuzione dell’inquinamento atmosferico, tutti fattori che possono migliorare la salute fisica e mentale e benessere sociale. Il telelavoro può anche portare a una maggiore produttività e costi operativi inferiori per molte aziende. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32529580/oms-e-oil-vantaggi-e-rischi-dello-smart-working/?tkg=1

 

Sindrome di Tourette e disturbi alla colonna cervicale

Un nuovo studio svedese ha fatto emergere come i soggetti con sindrome di Tourette o disturbo cronico da tic presentino maggiori probabilità di sviluppare disturbi alla colonna cervicale rispetto alla popolazione generale. I ricercatori – guidati da Josef Isung del Centre for Psychiatry Research presso il Karolinska Institute di Stoccolma – hanno esaminato i dati relativi a 6.791 adulti in Svezia affetti da sindrome di Tourette o disturbo cronico da tic appaiati per età, sesso e luogo di nascita a 67.910 soggetti senza tali patologie nella popolazione generale. Tutti i partecipanti erano nati tra il 1973 e il 2013 e sono stati seguiti per una mediana di 17 anni. Popular Science http://www.popsci.it/sindrome-di-tourette-e-disturbi-alla-colonna-cervicale.html

 

Scoperte in due gemelle 5 geni che causano l’anoressia nervosa

Uno ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Translational Psychiatry, è consistita nello studio di campioni di sorelle gemelle omozigoti che sono discordanti per anoressia nervosa. “I gemelli identici possono essere considerati repliche della stessa sequenza di DNA, quindi lo studio di questa popolazione consente una valutazione dell’epigenoma indipendentemente da qualsiasi variazione nella sequenza genomica”, ha spiegato Juan Sandoval, direttore della piattaforma di Epigenetica dell’Istituto IIS La Fe, che ha co-diretto il team. In particolare, secondo questo studio, ad essere coinvolti nell’anoressia nervosa sono i geni PPP2R2C, CHST1, SYNJ2, JAM3 e UBAP2L, di cui i primi due sono associati al tratto metabolico del diabete di tipo 2. Per fonti mediche concordanti, diabete di tipo 2 e anomalie nella secrezione di insulina e i livelli di glucosio nel sangue sono stati collegati all’anoressia nervosa. Da parte loro, i geni UBAP2L e SYNJ2 sono stati correlati rispettivamente al disturbo bipolare e all’inizio del consumo di cannabis. Corriere Nazionale https://www.corrierenazionale.net/146990-2/

 

Schizofrenia: varianti genetiche e resistenza al trattamento

Un gruppo internazionale di ricercatori ha condotto uno studio, pubblicato dalla rivista JAMA Psychiatry, al fine di esaminarel’architettura genetica della schizofrenia resistente al trattamento attraverso la rivalutazione dei dati genetici provenienti da studi sulla schizofrenia e la sua validazione in campioni clinici attentamente accertati. Gli scienziati hanno eseguito due studi di associazione sull’intero genoma (genome-wide association study, GWAS) suddividendo gli individui con resistenza (10.501) dai non resistenti (20.325 ). I dati sul genotipo sono stati recuperati dagli studi sulla schizofrenia del CLOZUK e del Psychiatric Genomics Consortium (PGC). L’output è stato convalidato utilizzando il profilo del punteggio di rischio poligenico (PRS) di 2 coorti di schizofrenia indipendenti con individui resistenti e non resistenti alla terapia: un campione di prevalenza con 817 individui (Cardiff Cognition in Schizophrenia [CardiffCOGS]) e un campione di incidenza con 563 individui (Genetics Workstream of la resistenza al trattamento della schizofrenia e progressi terapeutici [STRATA-G]). Popular Scienze http://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/schizofrenia-varianti-genetiche-e-resistenza-al-trattamento.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Limitando l’inquinamento atmosferico si riduce la demenza

Ridurre l’inquinamento atmosferico potrebbe diminuire il rischio di sviluppare demenza nella popolazione. Lo sostiene uno studio della University of Southern California pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio ha coinvolto quasi 3mila donne di età compresa tra i 74 e i 92 anni. Le donne, che non mostravano segni di demenza all’inizio dello studio, sono state sottoposte a test annuali di funzione cognitiva dal 2008 al 2018. Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32529387/limitando-l-inquinamento-atmosferico-si-riduce-la-demenza/?tkg=1

 

Autismo, scoperte le cause della scarsa risposta al lessico materno

Uno studio dell’Università della California di San Diego, pubblicata su Nature Human Behavior, ha identificato le peculiarità del cervello dei bambini con autismo che fanno sì che fin da piccoli non rispondano al cosiddetto ‘baby talk’ o maternese, la buffa lingua che i genitori usano con i bambini piccoli, fatta di storpiature, semplificazioni e componenti affettive. A determinarlo è una ridotta reattività della corteccia temporale superiore, regione del cervello che elabora i suoni e il linguaggio, che risponde più debolmente alle emozioni espresse dal genitore di quanto avvenga negli altri bambini. dottNet https://www.dottnet.it/articolo/32529351/autismo-scoperte-le-cause-della-scarsa-risposta-al-lessico-materno/?tkg=1

Oltre ad abbassare la pressione alta, questi comuni farmaci rallenterebbero l’Alzheimer migliorando la circolazione sanguigna nel cervello

Risultati interessanti provengono da uno studio, pubblicato su Archives of Neurology, che ha testato l’effetto di un farmaco antipertensivo sul cervello. Stando ai ricercatori, oltre ad abbassare la pressione alta, questi comuni farmaci rallenterebbero l’Alzheimer migliorando la circolazione sanguigna nel cervello. La scoperta, sebbene attenda conferma dalla comunità scientifica, potrebbe avere un grande valore nella lotta alle malattie del cervello. Vediamo più da vicino quali sono stati i dati ottenuti dai ricercatori. Come riportato sulle pagine dell’Istituto Superiore di Sanità, un’importante ricerca avrebbe scoperto una nuova funzionalità di un comune farmaco contro la pressione alta. I ricercatori avrebbero scoperto che i farmaci bloccanti recettoriali dell’angiotensina (assunti contro l’ipertensione) possono dare benefici contro l’Alzheimer. Proiezioni di borsa https://www.proiezionidiborsa.it/oltre-ad-abbassare-la-pressione-alta-questi-comuni-farmaci-rallenterebbero-lalzheimer-migliorando-la-circolazione-sanguigna-nel-cervello/

 

Contro la demenza combinazione di rifampicina e resveratrolo via intranasale

Si pensa che la demenza si verifichi quando le proteine ​​chiamate amiloide-β, tau e α-sinucleina si accumulano nel cervello e formano oligomeri. Un gruppo di ricerca del Dipartimento di neuroscienze traslazionali, la Graduate School of Medicine dell’Università di Osaka City, aveva precedentemente dimostrato in uno studio su topi che l’antibiotico rifampicina rimuove gli oligomeri dal cervello e migliora la funzione cognitiva. Tuttavia, il farmaco è stato associato a effetti collaterali come danni al fegato. Il resveratrolo, un antiossidante naturale nelle piante, viene utilizzato come integratore in Europa e negli Stati Uniti. “Per combattere gli effetti collaterali negativi del farmaco esistente rifampicina, abbiamo pensato di combinarlo con gli effetti epatoprotettivi del resveratrolo“, illustra il professor Takami Tomiyama, che ha agito come investigatore principale per l’attuale studio. Dottnet https://www.dottnet.it/articolo/32529285/contro-la-demenza-combinazione-di-rifampicina-e-resveratrolo-via-intranasale/?tag=11269821013&tkg=1&cnt=1

 

Ipersensibilità e sovraccarico del cervello: scoperta proteina collegata

Un nuovo studio, pubblicato su PLOS Genetics collega l’ipersensibilità del cervello ad alla carenza di una particolare proteina nel cervello. I sovraccarichi sensoriali avvengono quando il cervello riceve troppe informazioni, ad esempio quando si trova in un ambiente nuovo oppure in situazioni di pericolo. Come spiega l’articolo, gli esseri umani, così come molti altri animali, si abituano ad un determinato ambiente e cominciano a filtrare le informazioni ricevute attraverso i sensi, ad esempio gli odori, gli oggetti (attraverso la vista), i rumori, eccetera. In questo modo il cervello può prestare attenzione alle cose più importanti. Tuttavia non tutte le persone possono contare sull’assuefazione e i motivi non sono ancora ben noti. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/ipersensibilita-e-sovraccarico-del-cervello-scoperta-proteina-collegata/

LE NEWS DI DICEMBRE

Dislessia, i movimenti oculari indicano chi ne soffre

I movimenti oculari delle persone con dislessia, significativamente diversi da quelli di chi non ha questa problematica, rivelano strategie di lettura laboriose e inefficienti. Lo evidenzia una ricerca della concordia University, pubblicata su Scientific Reports. Lo studio ha utilizzato la tecnologia di tracciamento oculare per registrare i movimenti e ha concluso che le persone con dislessia hanno un modo profondamente diverso e molto più difficile di campionare le informazioni visive rispetto ai normali lettori. Dottnet https://www.dottnet.it/articolo/32527352/dislessia-i-movimenti-oculari-indicano-chi-ne-soffre/?tag=11120667954&tkg=1&cnt=2

Intervento precoce nel disturbo borderline di personalità nei giovani: psicoterapia non necessaria?

Uno studio randomizzato australiano ha messo a confronto tra approcci terapeutici per i giovani con disturbo borderline della personalità (BPD) ed è emerso che la psicoterapia individuale – considerata il trattamento d’elezione per questo disturbo – potrebbe non essere necessaria. Come riportato su JAMA Psychiatry l’esito primario dello studio era la funzionalità psicosociale, misurata con l’Inventory of Interpersonal Problems Circumplex Version e la Social Adjustment Scale Self-report. Gli esiti secondari includevano ideazione suicidaria, tentativi di suicidio e autolesionismo non suicidario, depressione, abuso di sostanze e soddisfazione del paziente in merito al trattamento. Quotidiano sanità http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=101150&fr=n

 

Il clima di sicurezza psicosociale sul lavoro associato al rischio di depressione maggiore

“Le aziende che non premiano o non riconoscono il lavoro dei dipendenti, che impongono richieste irragionevoli ai lavoratori e non consentono loro di essere autonomi espongono il personale ad un aumentato rischio di soffrire di depressione”. Così la ricercatrice Amy Zadow sintetizza i risultati di uno studio condotto sulla popolazione australiana e pubblicato dalla rivista British Medical Journal.La ricerca è stata condotta dall’Osservatorio sul clima per la sicurezza psicosociale di UniSA, la prima piattaforma di ricerca al mondo che esplora la salute e la sicurezza psicologica sul posto di lavoro. Popular science http://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/il-clima-di-sicurezza-psicosociale-sul-lavoro-associato-al-rischio-di-depressione-maggiore.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Studio italiano, la carenza di due geni avvia alla senescenza cellulare

Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dal Centro Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino ha identificato un meccanismo chiave nei processi di invecchiamento cellulare. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Science. “Partendo dallo studio dei tumori abbiamo fatto una scoperta imprevista”, spiega all’ANSA il coordinatore dello studio Emilio Hirsch, ordinario all’Università degli Studi di Torino. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32529136/studio-italiano-la-carenza-di-due-geni-avvia-alla-senescenza-cellulare/?tkg=1

Un videogioco per aiutare i bambini a controllare la rabbia

Disturbo ossessivo-compulsivo, scoperti segnali cerebrali collegati

Un team di ricercatori della Brown University ha scoperto segnali cerebrali collegati al disturbo ossessivo compulsivo. È la prima volta che segnali elettrici che hanno luogo nel cervello umano vengono associati ai sintomi di questo disturbo.
Secondo gli stessi ricercatori la scoperta potrebbe essere molto importante per eventuali terapie future, in particolare per quella emergente della stimolazione cerebrale profonda, per lo stesso disturbo ossessivo-compulsivo. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/disturbo-ossessivo-compulsivo-scoperti-segnali-cerebrali-collegati/

I pazienti con depressione hanno più possibilità di contrarre il Covid

E’ la conclusione di due importanti metanalisi pubblicate su Jama Psychiatry e su Lancet Psychiatry, che portano la Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia (SINPF) a chiedere  “priorità per la terza dose di vaccino” per questi pazienti.  Il primo studio, condotto su 21 studi e 91 milioni di persone, conferma l’associazione tra Covid-19 e disagio mentale che avrebbero in comune fattori di rischio come una possibile alterazione della funzione immunitaria, obesità, diabete, malattie cardiovascolari, spesso osservate in questa categoria di malati. La seconda metanalisi, condotta su 23 studi per un totale di 1,5 milioni di pazienti Covid-19 provenienti da 22 paesi, conferma che le persone con disturbi mentali sono state più esposte ad aggravamento, sia per riduzione accesso alle cure che essere soggette a forme gravi di Covid-19. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32528311/i-pazienti-con-depressione-hanno-piu-possibilita-di-contrarre-il-covid-/?tkg=1

Schizofrenia, diabete, borderline, disregolazione emotiva, depressione, pandemia e psichiatria forense: la ricerca Fatebenefratelli

l’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, l’unico Irccs italiano che ha come area di riconoscimento la psichiatria, fa il punto sulle principali ricerche in corso. Nuovi geni per far luce sulla schizofrenia. Uno studio condotto in un gruppo di 400 pazienti italiani affetti da schizofrenia ha permesso di identificare alcuni geni di suscettibilità (TMEM74, RAVER2, RUNX1, GXYLT2 e RBPJ) associati alle alterazioni delle funzioni cognitive sociali. Sono informazioni importanti sulla patofisiologia di queste alterazioni e confermano che anche questa disfunzione potrebbe essere dovuta ad anomalie dei processi di neurosviluppo. «Come tutte le malattie psichiatriche, la schizofrenia è una patologia complessa e multifattoriale dovuta dall’interazione tra fattori ambientali e fattori genetici» spiega Massimo Gennarelli, responsabile U.O. Genetica dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, secondo il quale «questi studi potrebbero portare alle definizioni di strategie terapeutiche più efficaci mirate agli specifici endofenotipi, nell’ottica di una medicina di precisione». DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32528552/schizofrenia-diabete-borderline-disregolazione-emotiva-depressione-pandemia-e-psichiatria-forense-la-ricerca-fatebenefratelli/?tag=11214034825&tkg=1&cnt=2

C’è un legame fra le strutture del cervello e il suicidio

Uno studio internazionale ha stabilito un legame fra le strutture del cervello e il rischio che le persone che soffrono di depressione tentino di togliersi la vita. Un risultato che apre la strada a nuovi trattamenti per prevenire i suicidi. Nella ricerca guidata dal Queensland Institute of Medical Research, sono stati studiati i cervelli di quasi 19 mila persone: di cui 694 avevano tentato il suicidio e oltre 6000 soffrivano di depressione e non avevano tentato di togliersi la vita. Nello studio di neuroimmagine finora più ampio e comprensivo del comportamento. DottNet https://www.dottnet.it/articolo/32528670/c-e-un-legame-fra-le-strutture-del-cervello-e-il-suicidio-/?tag=11222348656&tkg=1&cnt=1

Alcol in gravidanza, visti i danni al cervello del nascituro

Scoperti nel cervello del feto i danni del consumo di alcol materno durante la gravidanza: con uno studio senza precedenti che si è servito di una risonanza ad alta risoluzione, il gruppo di ricerca di Gregor Kasprian, della Università di Vienna ha evidenziato che già dalla 20/ima settimana di gestazione, se la donna consuma alcolici in gravidanza, il cervello del feto presenta delle differenze strutturali rispetto al cervello di feti di pari età gestazionale di donne che non consumano alcol in gravidanza. Lo studio è stato presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA). ANSA https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2021/12/01/alcol-in-gravidanza-visti-i-danni-al-cervello-del-nascituro_b84a5b96-eb31-41a3-a0ee-7b8adb61241a.html

LE NEWS DI NOVEMBRE

 

La proteina fibrillare acida della glia (GFAP) è un biomarcatore dell’Alzheimer

Secondo uno studio condotto da ricercatori svedesi e pubblicato da JAMA Neurology i livelli nel sangue della proteina fibrillare acida della glia (GFAP) possano rappresentare un sensibile biomarcatore di patologia della beta-amiloide nelle fasi iniziali della malattia di Alzheimer e siano significativamente più attendibili dei livelli della proteina nel liquido cerebrospinale (CSF). Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32528684/la-proteina-fibrillare-acida-della-glia-gfap-e-un-biomarcatore-dell-alzheimer-/?tkg=1

Una corretta idratazione aiuta a battere l’insonnia

Una corretta idratazione aiuta a combattere l’insonnia. L’acqua, infatti, è uno degli elementi maggiormente in grado di ridurre ansia, stress e di conseguenza disturbi del sonno. A dimostrare questo forte legame è lo studio “Short sleep duration is associated with inadequate hydration” , pubblicato sulla rivista “Sleep”, in cui si sostiene che chi beve troppo poco ha una scarsa qualità del sonno. Dott Net https://www.dottnet.it/articolo/32528934/una-corretta-idratazione-aiuta-a-battere-l-insonnia/?tag=11238686343&tkg=1&cnt=1

Medicina: Alzheimer, da ricercatori anche italiani il primo neurone bionico

Realizzato, anche grazie a ricercatori italiani, un neurone artificiale su microchip che potrebbe battere Alzheimer e demenza. Come per le coronarie, infatti, per le sinapsi cerebrali il chip fungerà da bypass sostituendo le funzioni perse a seguito della morte delle cellule cerebrali. I risultati raggiunti e le prospettive future del neurone bionico saranno presentati e discussi in una lettura ad invito promossa dall’Associazione per la ricerca sulle demenze (Ard Onlus) durante il XVI congresso Sin-Dem che si terrà a Firenze dal 25 al 27 novembre. MSM NOTIZIE https://www.msn.com/it-it/salute/medicina/medicina-alzheimer-da-ricercatori-anche-italiani-il-primo-neurone-bionico/ar-AAR35jc?srcref=rss

 

Svelato il funzionamento delle cellule “bussola” del cervello

Nuova scoperta dell’Università di Trento, i risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista scientifica internazionale Communications Biology. studiosi e studiose del CIMeC di UniTrento hanno scoperto che gli stessi sistemi neurali che segnalano la direzione del movimento nello spazio fisico si attivano anche per orientarsi e “camminare” tra i concetti nello spazio astratto delle idee. Meteoweb https://www.meteoweb.eu/2021/11/svelato-il-funzionamento-delle-cellule-bussola-del-cervello/1741041/

 

 

Dieta vegetariana e depressione, il nuovo studio australiano

Alcune interessanti dichiarazioni della ricercatrice Megan Lee, una psichiatra nutrizionale, sono state rilasciate dalla Bond University, Australia. La ricercatrice, insieme ad altri colleghi, ha realizzato un nuovo studio a sua volta apparso su BMJ Nutrition, Prevention & Health, che si concentra sulla qualità della dieta vegetariana in relazione alla salute mentale. La ricercatrice spiega che non tutte le diete vegane o vegetariane sono salutari nel senso che possono esistere diete a base vegetale di bassa qualità. Queste ultime, come i suoi studi hanno suggerito, possono infierire sulla salute mentale. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/dieta-vegetariana-e-depressione-il-nuovo-studio-australiano/

Discriminazione e salute mentale

Uno studio dell’UCLA suggerisce che i giovani adulti che hanno subito discriminazioni hanno un rischio più elevato di problemi comportamentali e di salute mentale sia a breve che a lungo termine. I ricercatori hanno esaminato un decennio di dati sanitari di 1.834 americani che avevano tra i 18 e i 28 anni quando è iniziato lo studio. Hanno scoperto che gli effetti della discriminazione possono essere cumulativi: maggiore è il numero di episodi di discriminazione subiti da qualcuno, maggiore è il rischio di problemi mentali e comportamentali. Lo studio suggerisce anche che gli effetti della discriminazione nei giovani adulti sono collegati alle disparità nell’assistenza per problemi di salute mentale e alla discriminazione istituzionale nell’assistenza sanitaria in generale, comprese le disuguaglianze nelle diagnosi, nel trattamento e nei risultati sulla salute. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Pediatrics. Popular Science http://www.popsci.it/canali-medicina/disturbi-umore/discriminazione-e-salute-mentale.html?tck=FBE29D9A-E25C-4F97-9CFB-94C494019C03

Traumi infantili, le conseguenze a lungo termine sui bambini

Gli eventi avversi e in generale i traumi che possono occorrere nel corso dell’infanzia possono avere un impatto duraturo sulla salute fisica e mentale, anche più in là la vita, del bambino. I ricercatori dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, sono giunti a questa conclusione analizzando un sondaggio relativamente ampio (più di 2800 risposte) condotto in Nuova Zelanda nel 2019. Notizie scientifiche https://notiziescientifiche.it/traumi-infantili-le-conseguenze-a-lungo-termine-sui-bambini/

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