SINDROME DI STENDHAL: QUANDO LA BELLEZZA FA STAR MALE
Dott.ssa Lucilla Castrucci https://www.buonmedico.it/medico-lucilla-castrucci_259460.html
La sindrome di Stendhal, conosciuta anche come Sindrome di Firenze perché spesso si è manifestata in questa città, è molto nota anche perché ha ispirato un famoso film girato nel 1996 da Dario Argento. Questa sindrome è caratterizzata dalla comparsa di vari sintomi che vanno dall’attacco di panico al manifestarsi di allucinazioni visive o uditive in soggetti che si trovano al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza.
L’esperienza estetica primaria è legata al rapporto madre-bambino e si riferisce al primo incontro che il bambino ha con il volto, la voce, il seno della mamma. Questo è il primo contatto con la bellezza. Il perturbante consiste in un’esperienza conflittuale rimossa e particolarmente significativa dal punto di vista emotivo che viene riattivata dall’incontro con l’opera d’arte. Il fatto scelto è legato alla particolare opera sulla quale il soggetto si concentra, poiché riattiva particolari vissuti e dona a quell’oggetto un particolare significato emozionale in grado di scatenare la reazione e la sintomatologia psichica.
Definizione, sintomatologia e trattamento della sindrome di Stendhal
La sindrome di Stendhal non viene inquadrata nei manuali di psicopatologia e quindi non può essere considerata una vera e propria malattia. La si può definire come un disturbo psicosomatico transitorio che si manifesta con attacchi di panico, depersonalizzazione e derealizzazione con dispercezione del mondo esterno che viene interpretato come persecutorio. Il tutto si realizza quando una persona mentre visita un museo rimane in una sorta di estasi contemplativa delle opere in esposizione tanto da immedesimarsi nei capolavori stessi.
I sintomi cardine sono:
- tachicardia
- vertigini
- confusione mentale
- allucinazioni
Dal punto di vista clinico si possono individuare tre differenti quadri sintomatologici:
- il primo è meno grave e consiste nell’attacco di panico. La persona avverte palpitazioni, difficoltà respiratorie, dolore toracico, vertigini, senso di svenimento, depersonalizzazione e derealizzazione;
- il secondo è caratterizzato da stati depressivi, crisi di pianto, senso di colpa immotivato, angoscia o, al contrario, da sovreccitazione, euforia ed esaltazione di sé;
- la terza forma, che spesso compare in soggetti con precedenti problemi psicopatologici, è caratterizzata da allucinazioni visive e uditive e l’ambiente esterno diviene persecutorio. Generalmente prima dell’esordio della sindrome di Stendhal le persone non sono nella fase acuta della loro psicopatologia di base.
Di solito, la sintomatologia ha una durata relativamente breve e tende a scomparire nel giro di qualche ora. Tuttavia sono stati riportati casi in cui i sintomi perdurano anche per una settimana. Tutti i disturbi sono maggiormente presenti nelle persone che hanno una labilità emotiva. L’incidenza della sindrome è piuttosto bassa, alcuni studi indicano che ad esserne affetti sono principalmente gli europei (difficilmente italiani) e i giapponesi. A volte, le manifestazioni della sindrome possono rappresentare l’esordio di un vero e proprio disturbo psichiatrico e perdurano nel tempo oltre la contemplazione delle opere artistiche.
In molti casi, non è necessario alcun trattamento; la stessa dottoressa Magherini sottolinea come, spesso, sia sufficiente allontanare semplicemente i soggetti dalle opere d’arte per avere una remissione dei sintomi. Quando la sintomatologia è più severa e non tende ad autorisolversi richiede un trattamento specialistico in genere di tipo farmacologico che consiste nella somministrazione di ansiolitici e/o antidepressivi e stabilizzatori del tono dell’umore. Se alla sindrome si associano altri tipi di disturbi psichiatrici, il trattamento farmacologico può prevedere anche l’utilizzo di antipsicotici e si può associare ad una psicoterapia.
Sintomi simili a quelli presenti nella sindrome di Stendhal sono stati descritti da diversi psichiatri in turisti che hanno visitato Parigi e Gerusalemme, sono state così identificate le sindromi di queste due città. La sindrome di Gerusalemme, a differenza di quella di Stendhal e di Parigi, sembra essere scatenata da stimoli religiosi più che artistici.
Conclusioni
Chi soffre della Sindrome di Stendhal non vive soltanto un’esperienza estetica, legge nel linguaggio artistico del capolavoro emozioni e conflitti profondi che non riesce a gestire così la percezione del bello genera angoscia o più raramente euforia. Si tratta di disturbi acuti per lo più transitori e nella maggior parte dei casi non legati ad una psicopatologia. La sindrome colpisce prevalentemente i viaggiatori solitari, le condizioni psichiche durante un viaggio sono generalmente più delicate, sopratutto quando ci si confronta con realtà e culture diverse. Tuttavia l’esistenza di questa sindrome rivela la potenza straordinaria della bellezza. Recente è la scoperta che anche la musica possa essere causa di disturbi analoghi a quelli generati dalle arti figurative.
https://www.facebook.com/Medicinaxtutti-101826354868427/?modal=admin_todo_tour
https://www.facebook.com/castrucci.lucilla
https://www.linkedin.com/in/lucilla-castrucci-87b87473/?originalSubdomain=it
Bibliografia
Breiter Hc. et al. Response and habituation of the human amygdale during visual processing of facial expression. Neuron 17(5) :875-887, 1996
Carnevale S. et al. Musica e psiche: dal genio di Mozart alla relazione d’ascolto. Psichiatria oggi anno X n.2, 2008
Cela-Conde CJ. et al. Activation of the prefrontal cortex in the human visual aesthetic perception. Proceedings of the National Academy of Sciences of the States of America 1001(16): 6321-6325, 2004
Di Benedetto A. Psicoanalisi e conoscenza estetica, La cultura psicoanalitica. Stusio-tesi, Pordenone 1987
Freedberg D., GalleseV. Movimento, emozione, empatia. I fenomeni che si producono a livello corporeo osservando le opere d’arte. Ed. A. Mondatori, Milano 2008
Innocenti C. et al. La sindrome di Stendhal fra psicoanalisi e Neuroscienze. Riv. Psichiatr. 49(2): 61-66, 2014
Ishizu T., Zeki S. The brain’s specialization system for aesthetic and perceptual judgment. European Journal of Neuroscience 37, 1413-1420, 2013
Magherini G. La sindrome di Stendhal, Ponte alle Grazie Firenze 2007
Missana B. Le nuove frontiere della scienza applicata all’arte: la Neuroestetica. Scienze e ricerche, 5, 88-90, 2015