LA SUB LUSSAZIONE VERTEBRALE E LO SMART WORKING

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Il mal di schiena e le disabilità che ne possono conseguire sono tra le disfunzioni più comuni riscontrabili nella popolazione italiana. Questo disturbo colpisce circa l’80% degli adulti, ma solo nel 20% dei casi deriva da vere e proprie patologie vertebrali. Traumi, abitudini lavorative scorrette, vita sedentaria, errata alimentazione  e stress, sono le cause più comuni di questa affezione.

Attualmente e secondariamente all’epidemia da covid-19 lo smart working ha avuto un notevole incremento. Il termine inglese  smart working può essere tradotto con”lavoro agile”,  questa modalità  può far aumentare l’incidenza di dolori vertebrali. Adoperare i dispositivi che consentono di lavorare fuori dall’ufficio, pc, tablet, smartphone,  può comportare l’utilizzo di tavoli e sedie non adatti . In questo modo si rischia di acuire patologie pregresse o di agevolare la comparsa del dolore lombare, dorsale e cervicale. Al contrario le sedute ergonomiche alla giusta altezza di una scrivania  consentano il corretto funzionamento del sistema scheletrico.

Anatomo-fisiologia della colonna vertebrale

La colonna vertebrale protegge  il midollo spinale che si estende dalla base del cervello fino alle vertebre lombari  e dal quale si diramano i fasci nervosi che raggiungono gli organi e le varie regioni del corpo. La colonna è formata da vertebre. Ogni vertebra è collegata con l’altra grazie ad un disco intervertebrale, morbido all’interno e duro all’esterno. Il disco costituisce con le vertebre a cui è collegato una vera e propria articolazione. Inoltre la colonna vertebrale presenta delle curvature fisiologiche a livello cervicale, dorsale e lombare, queste insieme ai dischi intervertebrali,  permettono di sostenere e ammortizzare il carico della testa e del torace e gli eventuali sovraccarichi esterni e quelli provenienti dall’impatto dei piedi col suolo.
Le vertebre cervicali sono in tutto sette. Presentano una curvatura verso avanti (lordosi) e hanno come caratteristica principale una notevole mobilità in tutti i sensi (flessione in tutti i sensi e rotazione). Sono quelle che subiscono maggiormente i carichi statici e dinamici del capo.
Le vertebre dorsali (o toraciche) sono dodici e si articolano con le costole del torace. Presentano una curvatura verso dietro (cifosi) e consentono, in maniera meno accentuata a causa della inserzione delle costole, gli stessi movimenti delle vertebre cervicali.
Le vertebre lombari sono cinque e si collegano con il bacino. Presentano una curvatura verso avanti (lordosi) e consentono principalmente movimenti di flessione e di estensione. Sono quelle che sopportano tutto il carico statico e dinamico della parte superiore del corpo (torace, arti e capo).
Le vertebre sacrali sono cinque, fuse in un unico osso chiamato sacro, uniscono superiormente il bacino. Terminano con le quattro vertebre coccigee.
I muscoli ed i legamenti tengono unite le vertebre e permettono alla colonna di mantenere costantemente la posizione eretta.

(Altervista, Atlante anatomia umana)

 

Il dolore vertebrale

Gli stati dolorosi della colonna vertebrale in assenza di situazioni patologiche quali deformità congenite, anomalie strutturali, infiammazioni degenerative e disturbi addominali sono causati da:

  • atteggiamenti posturali non corretti protratti per lungo tempo
  •  movimenti del corpo ed esercizi eseguiti in maniera scorretta;
  • eccessiva tensione muscolare derivante da stress fisico e psicologico;
  • scadente tono muscolare (addominale, lombare e dorsale) o contratture muscolari
  • soprappeso
  • carenza di minerali o vitamine per un’alimentazione errata o per patologie gastrointestinali.

Questi fattori possono generare delle disfunzioni meccaniche dette “sublussazioni vertebrali”.  La sublussazione viene definita nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  su formazione di base e sicurezza in chiropratica come: “Lesione o disfunzione di un’articolazione o segmento motorio, in cui vengono alterati allineamento, integrità cinetica e/o funzione fisiologica, anche se il contatto tra le superfici articolari rimane intatto. È essenzialmente un’entità funzionale, che può influenzare l’integrità biomeccanica e neurale”.

L’alterazione dell’articolazione vertebrale genera un blocco che va ad interferire con il normale sistema di trasmissione di informazioni tra il sistema nervoso e il resto del corpo con conseguente comparsa   di vari sintomi quali astenia,  vertigini, mal di testa e mal di schiena.  Se il blocco viene trascurato si può andare  incontro a una degenerazione della sublussazione.

Il complesso della sublussazione vertebrale   è l’insieme di  quelle condizioni che si verificano nell’area colpita dall’alterazione vertebrale ed include 5 componenti:

  •  alterazioni del movimento
  •  problemi a livello dei nervi, come la compressione della radice dovuta al disallineamento della vertebra.
  •   problemi muscolari,  rappresentati da indebolimento dei muscoli o contratture.
  •  alterazioni strutturali dei tessuti dell’area interessata.
  • cambiamenti biochimici nella regione spinale.

La sublussazione  può anche essere latente e non dare alcun segno della sua presenza. Ecco perché è importante fare prevenzione, in questo modo si può agire prima ancora che insorgano i sintomi.

Prevenzione

La prevenzione degli stati dolorosi della colonna deve necessariamente prevede un corretto assetto postulare e un sano stile di vita che non trascuri l’attività fisica e l’alimentazione salubre. https://www.medicinaxtutti.it/2020/04/25/alimentazione-e-buona-salute-un-binomio-indissolubile/

Per avere una postura corretta e per effettuare movimenti,  anche di carico, che non danneggino la colonna vertebrale occorre tener presente che:

  • un carico esterno molto elevato, posizionato o sollevato in maniera corretta, comporta pressioni vertebrali notevolmente inferiori rispetto a un carico esterno molto basso posizionato o sollevato in modo non corretto. Contrariamente a quanto generalmente si crede, anche alcune semplici posizioni o movimenti effettuati con il  solo carico naturale possono comportare delle notevoli pressioni sui dischi intervertebrali;
  • il mantenimento delle normali curve fisiologiche, in qualsiasi attività o posizione del corpo sotto carico, è la migliore garanzia per una corretta distribuzione e assorbimento delle pressioni sulla colonna vertebrale;
  • i muscoli addominali (antero-laterali e posteriori) ben tonificati ed un diaframma efficiente permettono di scaricare fino a circa il 40% della pressione gravante sui dischi lombari;
  • l’attività fisica intensa e le posture fisse assunte per lungo tempo nelle attività quotidianamente svolte, sovraccaricano e mantengono compressi, senza soluzione di continuità, i dischi intervertebrali. Questo ne compromette il ricambio nutrizionale che causa una deidratazione e, nel tempo, un assottigliamento. La nutrizione dei dischi, infatti, non avviene attraverso i capillari sanguigni ma grazie ad una azione di “pompa” azionata dall’alternanza tra carico e scarico. Questo permette l’entrata e l’uscita di liquido.
    Attraverso opportuni esercizi di “scarico” della colonna vertebrale si ottiene una veloce reidratazione dei dischi ed una attivazione del loro metabolismo nutritivo.

Nelle persone affette da dolore somatico e da mal di schiena si è evidenziata  una diretta correlazione tra l’insorgere del dolore e particolari condizioni di stress psicosociale o di conflitto interiore. La tensione e lo stress,  possono colpire direttamente la colonna. Due particolari punti critici  dove si concentrano le violente emozioni sono  il tratto lombare e la cosiddetta croce del collo, dove l’asse verticale del tratto cervicale interseca la linea orizzontale fra le due spalle. Da qui parte quel complesso muscolo-tendineo-neuro-vascolare da cui ha origine la cefalea muscolo-tensiva.  In questi casi  è opportuno effettuare i dovuti esami diagnostici, l’importante è non focalizzare l’attenzione solo sugli aspetti somatici del problema, optando per una valutazione anche psicologica che tenga conto, ad esempio, delle caratteristiche di personalità, che possono  avere un ruolo importante nel determinare l’origine e la percezione del dolore. Nei casi in cui il mal di schiena è generato da stress o disagio psicologico la prevenzione si basa sullo sviluppo di strategie di coping mirate a ridurre lo stress.

Ci sono diversi motivi per cui l’alimentazione ed il metabolismo possono incidere negativamente sulla colonna vertebrale:

  • l’intestino è praticamente a ridosso di uno dei muscoli lombari più importanti, ovvero l’ileopsoas. Se l’intestino è spesso irritato o infiammato, il muscolo psoas, e di conseguenza le vertebre lombari, ne risentono
  •  l’apporto calorico non deve essere in eccesso, infatti nel sopvrappeso e nell’obesità aumenta la produzione di citochine ad azione pro-infiammatoria.https://www.medicinaxtutti.it/2020/05/10/obesita/
  • un inadeguato apporto alimentare di acqua   crea una  disidratazione muscolare che sul piano sintomatologico si manifesta con il  dolore. Ormai gli studi concordano che l’assunzione ideale di acqua in una giornata va dal 3% al 5% percento del  peso corporeo: un uomo di 70 kg deve bere dai 2 ai 3,5 litri di acqua al giorno.

Come affermato da John Williams, presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici: “Identificare il tipo specifico di mal di schiena, che sia da stress, di tipo muscolo tensivo, da sforzo o di altra natura, permetterà di fornire al paziente specifici consigli e miglioramenti sullo stile di vita, sulle soluzioni ergonomiche e le attività fisiche più idonee”.

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