L’IGENE MENTALE SI OCCUPA DI TUTELARE LA SALUTE MENTALE
Come l’igiene in generale tende alla promozione della salute fisica, così l’igiene mentale promuove la salute psichica. Occorre come prima cosa definire ciò che s’ intende per salute psichica. Nel 2004 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il primo rapporto sulla promozione della salute mentale descrivendola come uno stato di benessere in cui l’individuo realizza le proprie capacità, è in grado di far fronte ai normali stress della vita, può lavorare in modo produttivo e fruttuoso ed è capace di dare un contributo alla propria comunità. Da allora, la promozione della salute mentale e le strategie di prevenzione della malattia mentale sono state oggetto di un campo di ricerca in crescita.
Circa 450 milioni di persone soffrono di disturbi mentali e comportamentali. La malattia mentale espone al rischio di sviluppare altre malattie mentali ma anche altre malattie in generale. Chi soffre di una psicopatologia ha un tasso di mortalità 2-3 volte superiore a quello della popolazione in generale.
Il carico economico della malattia psichiatrica è ingente: il costo globale nel 2010 è stato stimato in 2,5 trilioni di dollari e l’impatto globale cumulativo dei disturbi mentali, in termini di produzione economica persa, dovrebbe raggiungere 16,3 milioni tra il 2011 e il 2030. I Paesi con reddito elevato investono meno del 5% del PiL in salute mentale, con una piccolissima quota per la prevenzione.
La prevenzione si attua con programmi ed interventi che mirano a ridurre i fattori di rischio . I principali sono:
- momenti critici del ciclo vitale e passaggi da un’età all’altra (ad es. ado., menopausa)
- cambiamenti della vita familiare (fidanzamento, matrimonio, gravidanza, nascita dei figli, separazione/divorzio, allontanamento dei figli, …)
- life events
- disagio sociale (disoccupazione, migrazione, difficoltà abitative, scolastiche, di accesso ai Servizi sanitari)
- genetica, lesioni, traumi perinatali e infantili
- povertà
Tutti aumentano la probabilità che da una condizione di equilibrio si passi a uno stato di sofferenza psichica. Occorre, inoltre, migliorare i fattori protettivi associati alla salute mentale e cioè:
- rete sociale
- famiglia
- accesso a istruzione, sistema sanitario
- capacità individuali di risposta allo stress
- stile delle relazioni familiari ecc.
questi fattori aumentano la resistenza agli eventi stressanti e concorrono al mantenimento dello stato di benessere.
La prevenzione mira poi a ridurre le disuguaglianze e a creare una migliore rete sociale. Il contesto sociale fa sì che alcuni individui o gruppi siano più a rischio di altri. Sono soggetti e gruppi vulnerabili:
- membri di famiglie indigenti
- malati cronici
- figli di pazienti psichiatrici
- neonati e bambini abbandonati e/o maltrattati
- adolescenti che fanno uso per la prima volta di droghe
- minoranze
- anziani
- vittime di discriminazioni e violazioni dei diritti umani
- chi ha un diverso orientamento sessuale
- detenuti
- chi vive situazioni di conflitto, catastrofi naturali o altre emergenze umanitarie
Secondo il modello “vulnerabilità-stress” (Nuechterlein e Dawson, 1984; Zubin e Spring, 1977)
in presenza di una situazione poco stressante, se la vulnerabilità è alta si sconfina nell’area della malattia, viceversa se la vulnerabilità è bassa, serve un evento altamente stressante. L’ipotesi alla base di questo modello è che l’insorgere della patologia mentale non dipenda da un solo fattore, ma derivi dalle interazioni continue tra geni, ambiente e processi intrapsichici.
La prevenzione va distinta, anche nell’ambito psichiatrico, in primaria, secondaria e terziaria,
La prevenzione primaria
E’ diretta all’eliminazione dei fattori che si presume possano provocare o favorire l’insorgenza dei disturbi psichici. Questi, non sempre modificabili, sono numerosi e non facilmente isolabili dal contesto. La prevenzione primaria dovrebbe applicarsi nell’ambito della famiglia, della scuola e del lavoro. Per modificare situazioni di rischio è necessaria l’attivazione, non solo di psicoigienisti ma di altri operatori come genitori, insegnanti, datori di lavoro, sindacalisti e, non ultimi, gli amministratori che hanno il compito di programmare gli interventi per il benessere psicofisico dei cittadini. ( vedi scorrendo i book Il benessere psicologico: un diritto dei cittadini https://www.medicinaxtutti.it/2020/03/22/books/ )
La prevenzione secondaria
Va intesa come quell’insieme di misure e interventi che servono a ridurre la prevalenza dei casi psichiatrici, mediante la diminuzione della durata media dei disturbi psichici che si può ottenere con una diagnosi precoce, un trattamento efficace e l’identificazione di soggetti a rischio. In questa fase di prevenzione il medico di base è chiamato direttamente in causa, poiché è il sanitario che per primo può distinguere la patologia organica da quella psichica. La funzione che egli può svolgere, in questo ambito, è l’indirizzare precocemente il paziente psichiatrico ai presidi sanitari in grado di curarlo adeguatamente e tempestivamente.
La prevenzione terziaria
Ha lo scopo di ridurre il grado di sofferenza, invalidità e incapacità sociale dovute ai disturbi mentali cronici e di promuovere il riconoscimento, lo sviluppo e l’utilizzazione delle capacità funzionali residue. Lo spostamento dell’assistenza psichiatrica dall’ospedale al territorio e alla comunità, impone la messa in atto di una serie di alternative all’ospedalizzazione. Queste sono rappresentate dai centri psico-sociali, sedi delle attività ambulatoriali e del coordinamento dell’attività domiciliare; dai centri residenziali di terapia psichiatrica, deputati alla terapia e propedeutici al reinserimento dei pazienti nel loro contesto familiare e sociale; dalle comunità protette, costituite da comunità alloggio, da case-famiglia, da laboratori di attività pratica, che permettano una discreta autonomia dei pazienti e una loro occupazione durante la giornata.
Conclusione
La salute psichica è il risultato del concorso di molti fattori che possono valere come fattori di rischio o come fattori protettivi. Esistono nella vita , momenti e situazioni particolarmente critici. Anche a prescindere da eventi particolari o momenti del ciclo vitale, il fatto di vivere in situazione sociale e sanitaria permanentemente deficitaria e povera, costituisce fonte di disagio e aumenta la probabilità dello sviluppo di una psicopatologia. L’OMS occupandosi di tutela della salute mentale nel 1998 ha dichiarato che occorre: “Destinare e utilizzare da parte delle istituzioni nazionali e regionali, anche tenendo conto dell’importanza che l’OMS attribuisce alla salute mentale, i Fondi sanitari nazionali e regionali necessari ad istituire almeno tutti i servizi previsti …”
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